Cefalica
È la presentazione più diffusa: si riscontra, infatti, nel 95 per cento dei casi. Si determina quando è la testa (occipite) del bambino a progredire per prima nel canale del parto. La presentazione cefalica può essere anche di fronte e di faccia, in base al grado di deflessione, cioè di piegamento, della testa del bimbo.
Fronte-faccia
Si ha quando la parte presentata è la zona superiore del viso del bambino, cioè la fronte oppure la faccia. Questo tipo di presentazione può provocare complicazioni durante il parto, perciò nella maggior parte dei casi si procede con il taglio cesareo. In questo caso è possibile che il bambino nasca con il visino arrossato e un po’ gonfio, a causa della differenza di pressione presente tra la cavità dell’utero e l’esterno. Tali arrossamenti scompaiono naturalmente entro 48 ore, non è il caso, quindi, di preoccuparsi.
Podalica
Questo tipo di presentazione si verifica nel 3-5 per cento dei casi e avviene quando le parti del corpo del feto che si presentano per prime nel canale del parto sono il podice, cioè il sederino, o gli arti inferiori, cioè i piedini o le ginocchia. La posizione è longitudinale, come nella presentazione cefalica, ma opposta a quest’ultima: il bimbo, cioè, non è a testa in giù. In questo caso si ricorre quasi sempre al parto cesareo per evitare lesioni al bambino. Se il bimbo è piccolo o la mamma ha avuto altri parti, il ginecologo può decidere di procedere ugualmente con il parto per via naturale.
Come si individua
La posizione podalica del bebè viene, di norma, individuata tramite l’ecografia eseguita nell’ultimo trimestre. Un’ulteriore conferma avviene durante il travaglio: infatti, tra l’ultima ecografia e il momento del parto il bimbo può muoversi cambiando ancora posizione. In caso di dubbi, il ginecologo può far eseguire un’ecografia al momento del travaglio.
Quando è possibile correggerla
In alcuni casi è possibile far cambiare posizione al bebè: tra la 34a e la 36a settimana di gestazione, quando c’è ancora abbastanza liquido amniotico da consentire una manovra che fa spostare il bambino di 180 gradi, facendogli assumere, quindi, la posizione cefalica. Se la manovra riesce, difficilmente il feto tornerà in posizione podalica, anche perché il liquido amniotico scarso e lo spazio ridotto non gli permettono più di muoversi. Lo spostamento del bambino avviene per mezzo di manovre effettuate dal ginecologo sull’addome della mamma.
Di spalla
Si tratta di una presentazione molto rara. Quando si verifica, il ginecologo può procedere con una manovra al fine di far cambiare posizione al bambino oppure decidere direttamente di ricorrere al parto cesareo. L’ideale è riuscire a spostare il bimbo in posizione longitudinale, poiché quando la presentazione è di spalla significa che il feto è disposto trasversalmente rispetto all’utero, cosicché la parte presentata all’ingresso del canale del parto, la spalla del bambino, impedisce il parto naturale.
Di arto
Si verifica spesso come conseguenza della presentazione di spalla. In questo caso può succedere che, dopo la rottura del sacco amniotico, un arto del bambino si infili nel canale del parto. Anche in questo caso, di norma, si procede con il taglio cesareo.