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Quando si parla di rischi correlati alla maternità, i più pensano ai pericoli che la mamma può correre durante la gravidanza e al momento del travaglio. Invece, anche una volta nato il bebè, possono subentrare delle complicazioni. Basti pensare che la mortalità post parto è ancora elevata in alcuni Paesi del mondo. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare. Un team di ricercatori britannici, del King’s College London, infatti, ha realizzato un apparecchio innovativo, in grado di aiutare i medici a tutelare la salute della puerpera.
Il rischio più comune è quello emorragico
Una delle complicanze più comuni del post parto è rappresentata dall’emorragia con conseguente perdita ingente di sangue e shock ipovolemico, ossia un abbassamento eccessivo della pressione arteriosa. Si tratta di un’eventualità che si verifica nel 5% delle donne e che causa il maggior numero di morti materne. Richiede interventi urgenti e quasi sempre anche trasfusioni. Ecco perché se nei Paesi occidentali, in genere, riesce a essere affrontata con tempestività ed efficacia, in quelli più poveri può seriamente mettere in pericolo la vita della neomamma.
Com’è fatto il nuovo apparecchio
Il nuovo macchinario è composto da due parti:
- un segnalatore, del tutto simile a un cellulare, che usa lo stesso sistema di luci di un semaforo. In pratica, è dotato di una luce verde, una gialla e una rossa;
- una fascia che va applicata al braccio della donna, esattamente come nel caso dei misuratori della pressione sanguigna, e che può essere ricaricata con un cavo usb di qualsiasi cellulare.
Rileva la pressione sanguigna
Il funzionamento è molto semplice. La fascia esegue automaticamente misurazioni della pressione precise e affidabili. Nel caso in cui i valori rilevati siano anomali perché troppo bassi, sul segnalatore si accende la luce rossa. In questo modo, tanto la donna quanto gli operatori sanitari possono rendersi conto della situazione di allarme e, quindi, rivolgersi con urgenza all’ospedale.
Dove è già in uso
Il nuovo macchinario, che costa circa 17 euro, è già stato testato in alcuni Paesi poveri e secondo le stime degli esperti può contribuire a salvare 70 mila vite all’anno, riducendo la mortalità materna post parto del 25%. Dall’inizio dell’anno sono stati distribuiti 2.500 esemplari alle cliniche di diversi Stati e molti altri sono stati ordinati dalle associazioni benefiche.