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Fino a oggi si è sempre pensato che la gestosi non potesse essere prevenuta in maniera mirata, se non con una dieta povera di sale e un limitato aumento di peso. Una recente metanalisi, invece, suggerisce una strategia più specifica: l’uso dell’acido acetilsalicilico a partire dal secondo trimestre della gravidanza.
Esaminati 19 studi
La metanalisi è stata condotta da un team di ricercatori americani, dell’US Preventive Services Task Force, e pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine. Le metanalisi sono ricerche rigorose che combinano i risultati di vari studi clinici e, con appositi metodi statistici, producono risultati “riassuntivi”. In questo caso, sono stati considerati 19 studi. Lo scopo era capire se l’uso dell’acido acetilsalicilico in gravidanza potesse in qualche modo influire sul rischio di gestosi.
Risultati confortanti
Dall’analisi condotta è emerso che, nella casistica considerata, il ricorso a basse dosi di acido acetilsalicilico, da 50 a 160 milligrammi al giorno, ha ridotto del 24% il rischio di gestosi. Non solo. L’uso del farmaco durante la gestazione si è associato anche a una diminuzione delle probabilità di parto pretermine e di complicanze che causano un ritardo nella crescita del bambino, rispettivamente del 14% e del 20%.
Dal secondo trimestre
Nonostante gli studi considerati non abbiano riportato effetti collaterali legati all’uso di piccole quantità di acido acetilsalicilico, gli autori raccomandano l’impiego del farmaco solo nelle donne ad alto rischio, a partire dal secondo trimestre di gravidanza. Ricordiamo che i principali fattori che aumento le probabilità di sviluppare gestosi sono:
– prima gravidanza;
– gravidanza gemellare;
– precedente gravidanza con preeclampsia;
– presenza di ipertensione o di altre malattie, come diabete, obesità,
– disturbi al fegato o ai reni;
– età molto giovane o piuttosto avanzata (prima dei vent’anni o dopo i quaranta);
– tendenza a stare molto in piedi;
– dieta troppo ricca di sodio.