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Il benessere delle gengive della futura mamma incide sulla salute del nascituro, riducendo in particolare il rischio di parto prematuro. A porre l’accento sulla connessione tra salute orale materna e rischio di nascita pretermine sono le nuove raccomandazioni cliniche dell’American Academy of Periodontology (AAP) e della European Federation of Periodontology (EFP), secondo cui curare i problemi gengivali della gestante può contribuire a ridurre il rischio di un parto prima della 37a settimana di gestazione.
Quaranta settimane
La durata della maggior parte delle gravidanze fisiologiche è di circa 40 settimane. Tutti i parti che avvengono tra la 37a settimana di gestazione e la 42a sono considerati “a termine”, mentre i bambini che vengono alla luce prima della 37a settimana vengono definiti prematuri. Nel nostro Paese ogni anno nascono in questa condizione il 7% di tutti i nuovi nati, circa 30-35mila bambini. Le cause all’origine di un parto prematuro sono diverse: fattori genetici, ambientali e stili di vita come l’uso di alcol e di tabacco possono influire molto. Così come alcune condizioni di salute della futura mamma, tra cui lo stato di benessere del cavo orale: è stata, infatti, evidenziata una possibile correlazione tra parto prematuro e infiammazioni gengivali nella futura mamma.
Microbi e contrazioni uterine
A spiegare il legame tra problemi parodontali materni e parto prematuro è il vicepresidente della Società italiana di parodontologia (Sidp), Nicola Marco Sforza: “Un’infiammazione causata da un’infezione batterica, come avviene per la parodontite, può determinare, attraverso il circolo del sangue, una disseminazione periferica di microbi, provocando il rilascio di globuli bianchi e di mediatori chimici dell’infiammazione deputati alla difesa dell’organismo dall’invasione batterica. Si ipotizza che tali fenomeni possano determinare contrazioni uterine precoci e quindi facilitare il parto pretermine”.
Quando farsi curare
Pubblicate in concomitanza sulle riviste mediche Journal of Periodontology e Journal of Clinical Periodontology, le nuove raccomandazioni cliniche forniscono indicazioni per la diagnosi e il trattamento della malattia parodontale nelle donne in gravidanza. “Dopo i primi 3 mesi, periodo delicato per la salute del feto – spiega Nicola Marco Sforza – la futura mamma può essere sottoposta alle medesime procedure non chirurgiche che riceve la maggior parte dei pazienti con problemi parodontali”.