Parto in casa: che cosa c’è da sapere

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 30/05/2013 Aggiornato il 30/05/2013

Una recente revisione scientifica mette in luce i vantaggi del parto in casa, oggi rivalutato da molte donne 

Parto in casa: che cosa c’è da sapere

 

 

Anche il mondo scientifico è d’accordo

Il parto in casa un tempo era la norma. Poi negli anni, con l’avvento di strutture ospedaliere sempre più organizzate e sicure, il parto in casa è diventato un’eccezione. Eppure in questi ultimi anni si sta parzialmente assistendo a una rivalutazione del parto in casa grazie alla maggiore richiesta da parte delle future mamme e anche in virtù di una recente revisione “Cochrane” secondo cui ogni Paese, e quindi ogni sistema sanitario, dovrebbe valutare seriamente la messa in opera di servizi medici adeguati per il parto in casa. D’altro lato alle donne in attesa andrebbero fornite tutte le informazioni utili per consentire loro di fare una scelta informata e consapevole.

Indispensabili alcune condizioni

I medici dell’università di Copenhagen, per esempio, ritengono che le donne con gravidanza a basso rischio dovrebbero sapere che il parto in casa è un’alternativa sicura e confortevole a quello in ospedale. Per partorire a domicilio servono, però, alcuni requisiti essenziali, come stabilito dalle Linee guida per il parto a domicilio revisionate nel maggio 1999 dall’Associazione nazionale culturale ostetriche parto a domicilio e case maternità:
– alla futura mamma va garantita la maggiore sicurezza possibile, tenendo presente che non si può parlare di sicurezza assoluta né di assenza di rischio per l’evento parto-nascita;
– il parto a casa più sicuro è quello selezionato durante la gravidanza dall’ostetrica, frutto della scelta consapevole e informata della donna e della coppia;
– la donna non deve avere alcun tipo di patologia in corso;
– la gravidanza deve essere a termine (tra la 37a e la 42a settimana);
– il bambino deve avere una crescita regolare;
– il feto deve essere singolo e in presentazione cefalica (a testa in giù).

Minori complicanze post parto

I dati scientifici dimostrano che una donna sana a basso rischio ha gli stessi esiti partorendo a casa o in ospedale. Inoltre, partorendo a domicilio ci sono, sempre stando ai dati “Cochrane”, dal 20 al 60% d’interventi in meno, tra cui il taglio cesareo e l’epidurale e tra il 10 e il 30% in meno di complicanze post parto.

Ostetrica reperibile 24 ore su 24

L’ostetrica di riferimento nell’ultimo mese di gravidanza garantisce alla futura mamma la reperibilità telefonica 24 ore su 24 tutti i giorni. Quando arriva il momento del travaglio e del parto saranno due le ostetriche ad assistere la mamma. L’essere in due consente uno scambio di opinioni cliniche molto utile in caso di dubbi. Inoltre, la doppia assistenza permette brevi turni di riposo nel caso in cui il travaglio si protragga a lungo e garantisce che non ci sia un calo di attenzione da parte di chi assiste. Le due assistenti al parto, poi, si dividono i compiti: di solito l’ostetrica di riferimento assiste al parto e si occupa della nascita, mentre l’altra si prende cura e dà conforto alla mamma. 

I requisiti necessari

A partire dalla 37a settimana la casa deve già essere organizzata in previsione del parto e pronta per ricevere la visita delle ostetriche che verificano che in casa sia presente tutto ciò che servirà il giorno del parto:

– l’abitazione deve essere munita di telefono;
– l’ospedale dove eventualmente effettuare un trasferimento in caso di necessità deve essere raggiungibile in mezz’ora.

Che cosa serve

– 8 teli di cotone 80×80 ben lavati, stirati e mantenuti il più possibile protetti;
– una cerata per proteggere il materasso o qualunque altro posto dove la donna sceglierà di partorire;
– lenzuola e asciugamani vecchi;
– traverse in plastica per incontinenti;
– cuscini morbidi;
– sacchetti grandi di plastica;
– una stufetta;
– una borsa d’acqua calda e un termometro;
– 3 pacchi di garze sterili grandi (20×20) e 3 pacchi di garze piccole (10×10);
– pannolini tipo notte per il post parto;
– tintura madre di calendula.

In breve

L'OSTETRICA È IL PUNTO DI RIFERIMENTO

Il parto casalingo è guidato dall’ostetrica principale con la quale la futura mamma ha già instaurato un rapporto di confidenza e fiducia, perché la scelta del parto a domicilio viene presa almeno due mesi prima del termine della gravidanza. Nel lasso di tempo che intercorre da quando la futura mamma decide per questa opzione “naturale”, l’ostetrica si “prende in carico” sia la mamma sia il nascituro.
 

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