Parto cesareo: in Italia si fa troppe volte. Ma in futuro…

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 07/08/2018 Aggiornato il 24/10/2019

Ancora troppi cesarei per le mamme italiane. In media il primo figlio arriva a 31 anni

Parto cesareo: in Italia si fa troppe volte. Ma in futuro…

Ancora troppi tagli cesarei in Italia dove oltre un bambino su tre nasce con l’intervento chirurgico. Il primo figlio arriva non prima dei 31 anni e da mamme che solo per la metà dei casi sono lavoratrici.

Un primato non necessario

L’Italia, infatti, detiene il primato europeo per il numero di parti cesarei: 35,5% il tasso a livello nazionale contro il 15% auspicato dall’Oms e dalle altre direttive internazionali. Inoltre, con un occhio più localizzato a livello regionale, è la Campania che è in testa a tutte le altre regioni con il 59,9% di parti cesarei, mentre è la Toscana la regione più virtuosa con il 21%.

Spesso richiesto dalla madre

Agenas, l’agenzia delle Regioni, ha reso pubblico il Pne, il Piano nazionale esiti, che confronta i parti nelle varie regioni italiane: viene confermato l’abuso nelle strutture campane, segnalando anche il fatto che spesso sono le future madri a richiedere il parto cesareo ingiustificatamente. È diffusa l’errata convinzione che questo sia il modo più sicuro e sano di partorire. Ma non è così.

Meno soldi alle strutture meno virtuose

Per ovviare al problema, poiché non sono state sufficienti le indicazioni ai professionisti e alle cliniche convenzionate con la Regione, sono stati presi provvedimenti dalle amministrazioni locali. Alcune Regioni, come Lazio e Lombardia, daranno, infatti, meno contributi alle strutture sanitarie che sorpassano il limite consentito. Altre, come la Puglia e la Sicilia, contano di raggiungere l’obiettivo colpendo la nomina dei manager delle strutture ospedaliere: se i cesarei non scenderanno, ci sarà meno probabilità di rinnovo. Con queste misure, si spera che l’Italia possa avvicinarsi alla percentuale indicata dall’Oms.

LO SAPEVI CHE…

Il parto cesareo è indicato in situazioni di emergenza, se sussiste un serio rischio per la mamma e il piccolo: ad esempio complicanze di parti gemellari o quando il bambino non è posizionato correttamente o ancora quando la mamma presenta la placenta previa.

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