Argomenti trattati
I parti pretermine presentano dei rischi per la mamma e il bambino. Sono circa 32mila all’anno, pari al 6,7% del totale, i neonati che in Italia vengono alla luce prima del termine della gravidanza. I dati, diffusi dalla Società italiana di neonatologia (Sin), identificano quei bambini che terminano il loro percorso di vita intrauterina entro la 37a settimana di gestazione. Nascere con largo anticipo, prima della 32a settimana, comporta delle cautele maggiori. Più bassa è l’età gestazionale, maggiore deve essere l’assistenza, in quanto aumentano i rischi di sviluppare complicanze respiratorie, metaboliche, infettive e sequele neuromotorie, cognitive e sensoriali. La buona notizia è però che i parti pretermine sono in calo.
Messe a punto nuove terapie
Proprio perché i parti pretermine presentano dei rischi, la ricerca scientifica ha individuato terapie sempre più efficaci per migliorare la sopravvivenza dei prematuri, in particolare di quelli con peso alla nascita molto basso (meno di 1,5 chili) o estremamente basso (inferiore a un chilo). La percentuale di mortalità nei prematuri del primo gruppo è passata così da oltre il 70% degli Anni 60 a meno del 15% circa di oggi. Un calo della stessa entità ha riguardato pure il secondo campione: dal 90% a meno del 30%.
Controlli ravvicinati
Alcuni neonati pretermine necessitano di un follow-up personalizzato, ma nella maggioranza dei casi un calendario di controlli adeguato prevede delle valutazioni a 7-10 giorni dopo la dimissione, quindi alla 40a settimana (termine previsto per la nascita). I successivi controlli si effettuano in genere tra i 2 e 3 mesi, tra i 6 e gli 8 mesi, tra i 12 e i 14 mesi, tra i 18 e i 24 mesi. Infine ai 36 mesi di età.
Fondamentali le cure della mamma
Visto che i parti pretermine presentano dei rischi per la mamma e il bambino, per garantire la migliore assistenza possibile ai bambini prematuri la prima indicazione degli esperti è la chiusura dei punti nascita più piccoli, che fanno registrare meno di 500 parti all’anno. Fondamentale, secondo gli esperti, poi, è anche garantire ai genitori l’ingresso nei reparti di Terapia intensiva neonatale per tutto il giorno, per promuovere l’allattamento al seno, ma anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio.