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C’è obesità e obesità, e c’è rischio e rischio. Certo, l’obesità per una donna in gravidanza aumenta le probabilità di complicanze e interventi medici durante il parto. Eppure uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford e pubblicato sul “British Journal of Obstetrics and Gynaecology”, ha messo in evidenza che i rischi non sono identici per tutte le donne obese.
I rischi non sono uguali per tutte
I risultati di tale studio mostrano che per le neomamme in buona salute l’aumento dei pericoli correlati all’obesità non è così significativo come ipotizzato sinora. Vale a dire che per le donne obese che non hanno patologie legate all’obesità e che non abbiano subito un precedente parto cesareo, il rischio è modesto. Secondo Jennifer Hollowell, autrice dello studio, “l’incremento del rischio durante il parto è risultato abbastanza modesto per le donne obese non affette da malattie come ipertensione e diabete e che non hanno subito un precedente parto cesareo; il rischio è ulteriormente ridotto per le donne che avevano già partorito in precedenza”.
Quanto incide la prima gravidanza
I risultati dello studio sottolineano anche che il rischio durante il parto per le donne sane è costituito più dalla prima gravidanza che dal fatto di essere obese o meno.
Un problema in continuo aumento
Sovrappeso e obesità sono causa di disabilità fisica e di ridotta capacità lavorativa e predispongono l’insorgenza di numerose patologie croniche tra le quali i disturbi cardiovascolari ed endocrino-metabolici che riducono notevolmente l’aspettativa di vita. La diffusione dell’obesità ha ormai raggiunto un carattere epidemico in numerosi Paesi occidentali, ma non solo. Le cause principali di questa diffusione sono da ricercarsi principalmente nelle abitudini alimentari contraddistinte da un consumo di cibi altamente energetici e nella sedentarietà.