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È un fattore su cui la mamma non può intervenire. Sono i medici, o anche l’ostetrica, a decidere quando fare il taglio del cordone ombelicale. I genitori possono tuttalpiù provare a parlarne prima del parto, ma poi non è detto che vengano ascoltati. Da oggi, però, si può chiedere che ci si attenga alle nuove indicazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, che invitano a ritardare il taglio del cordone ombelicale.
Perché aspettare
Tutto parte dall’analisi di 15 studi condotti su oltre 3.900 donne e bambini. Da questi si deduce che aspettare a fare il taglio del cordone ombelicale abbassa il rischio di anemia: i bambini nei quali c’era stato un “ritardo” del taglio avevano livelli di emoglobina più alti da uno a due giorni dopo il parto e meno probabilità di avere una carenza di ferro da tre a sei mesi dopo la nascita.
Da uno a tre minuti dopo la nascita
Finora, nei Paesi occidentali, si tendeva a tagliare il cordone ombelicale entro un minuto dalla nascita. Il pericolo di aspettare troppo era quello di fare aumentare il rischio di ittero nei neonati. Oggi, invece, si è visto che è preferibile attendere qualche minuto in più, da uno a tre, per evitare che si riduca la quantità di sangue che passa dalla madre al bambino attraverso la placenta, abbassando le riserve di ferro del neonati.
Le attenzioni dopo
Indipendentemente da quando viene effettuato il taglio, alla mamma spetta poi osservare che la “ferita” si cicatrizzi bene e che entro 7-14 giorni cada il moncone, cioè ciò che resta del cordone. Si forma così l’ombelico del piccolo e si può fare il primo bagnetto.