Argomenti trattati
In Italia da molto tempo si parla di donazione del cordone ombelicale, ma c’è ancora poca chiarezza sul fatto che sia più opportuno e utile conservare il cordone per uso proprio, in caso di malattie del bambino, oppure donarlo. La stessa rete di centri di raccolta e di Banche presenta ancora qualche lacuna in termini di organizzazione e informazione. Proprio a questo scopo è stato dato il via libera della Conferenza Stato-Regioni alle “Linee guida per l’accreditamento delle Banche di sangue da cordone ombelicale”, un documento che detta le regole su tutti gli aspetti organizzativi, tecnici e operativi delle Banche in relazione alla donazione del cordone ombelicale: dalla raccolta al rilascio delle unità cordonali per finalità di cura. Le Linee guida si sono occupate anche dell’organizzazione dei punti nascita per lo svolgimento dell’attività di raccolta.
Presentata una roadmap in occasione del convegno “Il sangue cordonale: aspetti scientifici e organizzativi”, tutte le società scientifiche di settore sono state invitate a sottoscrivere un documento sulla donazione del cordone ombelicale e la relativa raccolta e conservazione. Il documento è stato sottoposto alla Sigo, alla Aieop (Associazione italiana di ematologia oncologia pediatrica), alla Sin (Società italiana di neonatologia) e alla Sip (società italiana di pediatria) dal direttore del Centro nazionale Trapianti (Cnt), Nanni Costa e dal direttore del Centro nazionale sangue (Cns), Giuliano Grazzini. Propone una “roadmap” condivisa per un impiego ottimale delle cellule staminali emopoietiche (Cse) contenute nel sangue del cordone ombelicale (Sco) sulla base delle più recenti evidenze scientifiche.
Sostanze preziose da non disperdere
Il sangue placentare del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali emopoietiche, le cellule da cui si formano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine che compongono il sangue. Anche se la gran parte delle staminali risiede nel midollo osseo, molte di esse vengono rilasciate nella circolazione sanguigna del feto durante il parto e per questo si trovano nel sangue della placenta e del cordone quando nasce il bambino.
Utili per la cura di molte malattie
Queste cellule staminali si caratterizzano per essere poco differenziate e quindi capaci di mutarsi nelle varie componenti del sangue: esse vengono infatti utilizzate per curare malattie ematologiche e immunologiche in età pediatrica quali la leucemia, il linfoma, l’anemia. Ecco perché la conservazione del sangue del cordone va incentivata tra le partorienti: le cellule staminali in esso presenti possono essere prelevate al termine del parto, congelate e successivamente trapiantate attraverso un’infusione in un organismo malato, dove cominciano a moltiplicarsi e a formare sangue sano.