Nel corso della visita, il medico effettua alcuni controlli per capire se il travaglio si è avviato. In particolare:
- constata le condizioni del col-lo dell’utero verificandone la lunghezza, la consistenza, la posizione e la dilatazione;
- controlla l’integrità delle membrane amniocoriali che racchiudono il liquido nel quale il bimbo è stato immerso nei nove mesi.
- verifica la posizione del bambino, cioè se il feto si presenta all’ingresso delle pelvi (ossia il bacino) con la testa, il sederino o il braccino, se è ancora in alto oppure se ha già iniziato la sua discesa lungo il canale del parto (l’insieme delle strutture che deve attraversare per nascere).
- ascolta il battito cardiaco del feto per controllare se è nella norma attraverso un esame, chiamato monitoraggio cardiotocografico fetale.
Se dalla visita del ginecologo al Pronto soccorso emerge che il travaglio è già iniziato, si procede al ricovero in ospedale: dopo le pratiche di accettazione, la gestante viene quindi accompagnata in sala travaglio e posta sotto monitoraggio cardiotocografico, l’esame che verifica in che modo il feto reagisce alle contrazioni uterine della mamma. La partoriente viene sottoposta anche ad alcuni esami di routine, come il prelievo del sangue e le analisi delle urine. Nel frattempo l’ostetrica le misura la pressione arteriosa e la temperatura corporea. In questa fase, a seconda della struttura ospedaliera prescelta e delle condizioni cliniche della partoriente, può essere permesso alla donna di alzarsi, muoversi e camminare un po’ o, al contrario, se si prefigura un parto difficile, le viene chiesto di stare sul lettino, distesa o seduta. Spesso poi in quest’occasione alla futura mamma vengono consegnati due braccialetti: uno da mettere al suo polso e uno per il nascituro, in modo da poter identificare con facilità, dopo il parto, il bambino all’interno della nursery.