Anche se in Italia ormai i bambini nascono per lo più in ospedale da più di mezzo secolo, alcune donne preferiscono ancora rivivere il magico momento della nascita tra le mura domestiche, in un ambiente familiare e intimo. Partorire a casa aiuta, infatti, la futura mamma a sentirsi più protetta e rassicurata dalla vicinanza delle persone care. Inoltre, la donna è più libera di seguire i propri tempi, scegliendo se stare a letto, alzarsi o mangiare qualcosa durante il travaglio. Questa esperienza può essere vissuta da tutte le future mamme che non presentino particolari problemi di salute, abbiano una gravidanza fisiologica, cioè normale, e partoriscano a termine (tra la 38ª e la 42ª settimana di gravidanza) un bambino di peso adeguato (tra i 2,5 e i 4 chili circa) in posizione cefalica (cioè che si presenta per nascere a testa in giù). Se si decide di partorire a casa è indispensabile contattare l’ostetrica per tempo, entro la 28ª settimana di gestazione, in modo da poter essere seguita da lei anche nel periodo che precede il parto. È molto importante, però, rivolgersi a professioniste con esperienza specifica: non è sufficiente essere ostetrica per avere la capacità di assistere una partoriente a domicilio.
A chi rivolgersi
In molte regioni d’Italia è possibile trovare associazioni di ostetriche o singole libere professioniste che eseguono il parto a domicilio. Per conoscere gli indirizzi e il numero di telefono delle strutture o delle professioniste più vicine alla propria città, è possibile contattare l’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio e casa maternità.