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Il coronavirus non si trasmette durante la gravidanza: è quanto emerge da uno studio che il Policlinico di Milano ha condotto su alcune donne incinte, risultate positive al virus, pubblicato sulla rivista scientifica British Journal of Obstetric & Gynaecology.
Partorire senza paura
La ricerca conferma quello che i medici già consigliavano, ovvero il parto naturale come scelta migliore per le mamme positive al coronavirus. Infatti, sebbene sia piuttosto raro che una donna incinta sia contagiata, anche in questo caso l’infezione non sembra in grado di attraversare la placenta e quindi trasmettersi al bambino, né durante la gravidanza() né durante il parto.
Gli ospedali coinvolti nella ricerca
Lo studio ha coinvolto 42 donne con Covid-19 che hanno partorito nei 6 punti nascita individuati da Regione Lombardia come Hub Maternità Covid (Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano; Ospedale-ASST Fatebenefratelli-Sacco, Milano; Papa Giovanni XIII Ospedale di Bergamo; Fondazione MBBM – Ospedale San Gerardo, Monza; Spedali Civili di Brescia; Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia). Delle future mamme prese in esame, 24 (ovvero il 57% del totale) ha avuto un parto naturale, mentre 18 (il 43%) sono state sottoposte a cesareo, anche se va precisato che per 8 di queste donne si è ricorsi in via precauzionale all’intervento per problemi ostetrici non associati al Covid-19.
Solo sintomi lievi
Dall’identikit della neomamma positiva al coronavirus è emerso che la polmonite acuta, sintomo caratterizzante l’infezione Sars-Cov-2, era presente in 19 pazienti (45%) e solo per 7 (37%) si è resa necessaria la somministrazione dell’ossigeno, mentre per 4 (21%) si è ricorsi al ricovero in terapia intensiva. Dunque, in linea di massima, le partorienti presentavano sintomi lievi, come tosse secca e raffreddore. Per quanto riguarda i neonati, poi, il dato è rassicurante: solo uno è risultato positivo dopo il parto naturale e non ha comunque richiesto un supporto intensivo. Da questi risultati sembra dunque difficile la possibilità di una “trasmissione verticale” del virus.