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I gemelli nati alla 37esima settimana di gestazione hanno migliori possibilità di sopravvivenza e minore rischio di complicanze rispetto a quelli venuti al mondo prima di questa data. È quanto sostiene un ampio studio condotto a livello internazionale e pubblicato sulla rivista British Medical Journal. Gli scienziati, dopo aver analizzato 32 studi degli ultimi anni, relativi a circa 35mila gravidanze gemellari, hanno dimostrato come l’abitudine di indurre il parto prima di questa data non aumenti le probabilità di sopravvivenza dei piccoli e hanno concluso che i gemelli nati alla 37esima settimana di gestazione hanno migliori possibilità di sopravvivenza.
Parti più rischiosi
I parti gemellari sono più rischiosi di quelli singoli: in media se ne contano 12-14 per ogni mille. Le attuali raccomandazioni indicano che il momento migliore per far nascere i gemelli va dalle 34 alle 39 settimane, in base alle situazioni. Tuttavia, i pareri su questo fronte sono discordanti. Secondo lo studio in esame, infatti, i gemelli nati alla 37esima settimana di gestazione hanno migliori possibilità di sopravvivenza. In generale, è noto come il parto prima del compimento della 37a settimana (gemellare o no) comporti nei neonati diversi problemi. L’entità dei danni varia in base al livello di prematurità: maggiore è l’anticipo della nascita, più elevato è il grado di immaturità funzionale.
I problemi dei prematuri
I prematuri, infatti, rischiano più degli altri di andare incontro a gravi difficoltà respiratorie, infezioni, emorragie cerebrali. Uno su 10 va incontro a danni neurologici e deficit neurosensoriali. Tra 28 e 32 settimane il rischio principale è quello di una malattia respiratoria o infettiva, mentre sono meno frequenti le complicanze neurologiche. Secondo l’Istituto superiore di sanità, tra i problemi più frequenti ci sono le infezioni dovute all’immaturità del sistema immunitario e ai trattamenti eseguiti in ospedale. Molte complicanze possono emergere anche a distanza di tempo dalla nascita, per esempio difficoltà di comportamento, apprendimento o socializzazione, oltre a malattie a carico di cuore, reni o del metabolismo.