Fase prodromica: cos’è e quanto dura prima del parto?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 05/10/2022 Aggiornato il 05/10/2022

Andiamo a vedere cos’è la fase prodromica e quanto dura prima del parto. Ecco tutti i segreti e consigli

donna in fase prodromica

Il percorso che porta alla nascita di un bambino può essere più o meno lungo e più o meno doloroso a seconda dei casi. Tuttavia, attraversa sempre una serie di fasi prestabilite: fra queste c’è anche la fase prodromica, che segna l’inizio del travaglio e che, in genere, è caratterizzata dalla presenza di contrazioni abbastanza regolari ma non ancora ravvicinate. Ecco nel dettaglio di che cosa si tratta.

Che cos’è la fase prodromica?

La fase prodromica è la primissima fase del travaglio, ossia il momento finale della gravidanza, quello che culminerà con la nascita del bebè. Dal punto di vista medico, ha lo scopo proprio di annunciare l’inizio del travaglio. Si tratta di una fase importantissima, perché è quella in cui avvengono tutte le trasformazioni del collo dell’utero necessarie alla discesa del bambino, come il rammollimento, l’accorciamento e l’inizio della dilatazione. Il bambino potrebbe essersi già impegnato nel canale del parto nei giorni precedenti oppure potrebbe iniziare a farlo proprio in questa fase. Se si presenta in posizione podalica oppure di spalla potrebbe essere necessario il taglio cesareo.

Come riconoscere la fase prodromica?

Nella maggior parte dei casi, durante il periodo prodromico compaiono contrazioni abbastanza regolari e dolorose ma non ancora ravvicinate. Al contrario, possono esserci anche delle pause lunghe e spossanti. Si potrebbe verificare anche un abbondante svuotamento dell’intestino e in alcuni casi possono comparire anche nausea e vomito. In questa fase, talvolta si assiste alla perdita del tappo mucoso  o alla rottura delle acque.

Quando dura la fase prodromica?

La durata della fase prodromica è molto variabile. In alcuni casi dura poche ore e in altri anche alcuni giorni: dipende dalle condizioni iniziali del collo dell’utero. In questa fase è importante “coccolarsi”: meglio non andare in ospedale se non strettamente necessario, perché in genere le donne vengono trasferite in sala parto solo quando raggiungono i quattro centimetri di dilatazione. Prima potrebbero essere costrette a stare a letto in un reparto di degenza. Se possibile, quindi, rimanere a casa e dedicarsi ad attività piacevoli, come leggere, riposare, stare insieme alle persone care, come suggerito dagli esperti. Sì anche a muoversi, per esempio camminare e fare le scale, perché il movimento facilita la discesa del bambino e spesso accelera i tempi. Sembra che anche accovacciarsi, sedersi su una palla da ginnastica e ondeggiare il bacino, stimolare i capezzoli, avere rapporti sessuali, eseguire determinati esercizi di respirazione, concedersi un bagno caldo siano tutte tecniche in grado di accelerare i prodromi. 

Non c’è una durata massima oltre la quale preoccuparsi. Tutto è molto variabile. Ci sono donne che hanno i prodromi per giorni e poi riescono ad avere un parto naturale senza complicazioni. Altre, invece, che corrono rischi dopo poche ore. Dunque, non si può generalizzare. Come spiegato dalla Società italiana di ginecologica e ostetriciaè sempre l’équipe medica che deve valutare la situazione e decidere se occorre intervenire, per esempio con un’induzione di parto.

Quali malattie durante la fase prodromica?

Durante la fase prodromica possono emergere alcune malattie o insorgere delle complicanze, come:

  • forte diarrea
  • febbre;
  • disidratazione;
  • distocia di spalla;
  • travaglio pretermine;
  • embolia di liquido amniotico;
  • sproporzione fetopelvica;
  • prolasso del cordone ombelicale;
  • eclampsia
  • rottura dell’utero.

In questi casi possono esserci diversi campanelli di allarme come rialzo della temperatura, rallentamento del battito del bebè, sbalzi della pressione sanguigna, mancamento, confusione, cefalea, alterazioni della vista. Le cure variano a seconda dei casi e possono includere cure farmacologiche, interventi chirurgici e trattamenti di altro tipo.

 

 

 
 
 

In sintesi

 

Come riconoscere la fase prodromica?

Il sintomo caratteristico della fase prodromica è rappresentato dalle contrazioni abbastanza regolari, ma non ravvicinate.

Quante ore possono durare i prodromi?

La durata di questa fase è molto variabile, si va da poche ore ad alcuni giorni.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Bimba di 4 anni che respinge la mamma e vuole solo il papà

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

In 5^ settimana la camera gestazionale è vicina alla cicatrice del precedente cesareo

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La posizione della camera gestazionale in prossimità della cicatrice nei primissimi tempi della gravidanza è inevitabile perché l'utero è ancora di piccole dimensioni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti