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L’ epidurale è la tecnica che consente alle donne di partorire senza dolore: in Italia, pur essendo stata inserita da quasi dieci anni nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), non viene offerta ancora da tutti gli ospedali o, almeno, non per tutto l’arco delle 24 ore e nei giorni festivi. Si auspica, però, che con la recente entrata in vigore dei nuovi Lea le cose cambieranno, anche se per riuscire nell’intento occorrerà uno sforzo organizzativo (e qualche taglio).
Almeno 1.000 parti all’anno, il requisito base
A proposito di epidurale, il ministero della Salute ha fornito un’indicazione importante, che ci si aspetta verrà accolta e seguita: l’analgesia con epidurale dovrà essere garantita 24 ore su 24 dai centri che contano più di 1.000 parti all’anno.
L’imperativo categorico, più anestesisti
Assicurare alle mamme l’analgesia in qualsiasi giorno e momento impone che l’ospedale si organizzi, in particolare incrementando il numero degli anestesisti, cui spetta il compito di praticarla. Non si potrà, infatti, rischiare che un anestesista impegnato in Pronto soccorso o in Rianimazione si trovi costretto a lasciare il paziente che sta assistendo per raggiungere la sala parto.
Meno punti nascita più risorse
“Chiudere i punti nascita che effettuano meno di 1.000 parti all’anno potrebbe rappresentare la soluzione più appropriata per recuperare risorse da investire nelle strutture più grandi” sostiene Ida Salvo, gruppo di studio Ostetricia, Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva. Del resto, la questione dei centri che fanno pochi numeri è stata già da tempo affrontata in sede istituzionale: nel 2010 Governo, Regioni e province autonome di Trento e Bolzano in pieno accordo hanno stabilito che lo standard per il mantenimento di un punto nascita o per la sua attivazione ex novo dovrà essere rispettata la soglia minima di 1.000 parti all’anno.
Un dato che fa riflettere
L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna ha rilevato che più della metà delle donne che, specialmente nei piccoli punti nascita, richiedono il cesareo “per ragioni psicologiche” lo fanno per la paura del dolore legato a parto e travaglio. Assicurando l’accesso all’epidurale probabilmente diminuirebbe il numero dei cesarei, che oggi è così alto da collocare l’Italia tra le peggiori nazioni d’Europa. Al riguardo, ci sono piccole realtà che arrivano a effettuare il 50-70% di tagli cesarei, mentre le Linee guida suggeriscono di non superare il 15% nelle strutture che effettuano meno di 1.000 parti all’anno.
Fonti / Bibliografia
- Micuro - Le Migliori Strutture Sanitarie in ItaliaMicuro è il più grande motore di ricerca della salute in Italia, gratuito e completo, con valutazioni istituzionali