Argomenti trattati
La sanità guarda alle future mamme e per loro ha un occhio di riguardo soprattutto in fatto di dolore al momento del parto. Secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, le tecniche sull’epidurale saranno inserite nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) perché “vogliamo dare a tutte le donne possibilità di un parto indolore”. Il disegno di legge presentato recentemente al Consiglio dei ministri dal ministro della Salute Lorenzin prevede difatti “un aggiornamento dei Lea per le prestazioni di controllo dei livelli di dolore nel parto”.
Italia, fanalino di coda
“Sulle tecniche dell’epidurale siamo arrivati un po’ in ritardo rispetto ad altri Paesi – ammette il ministro -; ora vogliamo inserire questo aspetto nei nuovi bilanci Lea per rendere disponibile a tutte le donne la possibilità di un parto indolore in un momento così delicato della loro vita”. L’anestesia epidurale interesserà il 53% delle partorienti.
L’analgesia epidurale
L’epidurale è una tecnica di analgesia che consiste nell’introduzione attraverso un ago, a livello della regione lombare, di un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) che viene posizionato a livello dello spazio epidurale (o peridurale). Attraverso il cateterino si somministra la soluzione analgesica. La procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa, perché eseguita in anestesia locale. Il cateterino, fissato con un cerotto dietro la schiena, permette alla partoriente qualsiasi movimento, e si può rifornire in qualsiasi momento, in modo tale da controllare il dolore per tutta la durata del travaglio.
Tanti vantaggi
L’analgesia epidurale riduce significativamente il dolore del travaglio e la partoriente è libera di muoversi; il parto avviene con la piena partecipazione della futura mamma; viene ridotto, inoltre, lo stress dell’evento e significativamente anche la sofferenza neonatale.