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Donne maltrattate durante il parto: una ricerca fotografa una realtà sommersa, che molte donne si vergognano a raccontare. Un’esperienza traumatica al momento della nascita del primo figlio avrebbe perfino spinto il 6% delle donne, negli ultimi 14 anni, a non affrontare una seconda gravidanza. La ricerca dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia è stata condotta dalla Doxa e finanziata dalle associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus rivela che sono circa un milione le madri italiane che affermano di essere state vittime di una forma fisica o psicologica di violenza alla loro prima esperienza di maternità.
Molte sfaccettature
La cosiddetta “violenza ostetrica” è l’appropriazione dei processi riproduttivi della donna da parte del personale medico. Si tratta per esempio di: costringere la donna a subire un cesareo non necessario, a subire un’episiotomia non necessaria, a partorire sdraiata con le gambe sulle staffe, a esporsi nuda di fronte a una molteplicità di soggetti, a separarsi dal bambino senza una ragione, a restare fuori dai processi decisionali che riguardano il proprio corpo e il parto, a essere umiliata verbalmente prima, durante e dopo il parto.
Sotto accusa l’episiotomia
L’indagine sulle donne maltrattate durante il parto ha rilevato che per 4 su 10, l’assistenza al parto è stata per certi aspetti lesiva della dignità e integrità psicofisica. L’esperienza negativa più frequente riguarda la pratica dell’episiotomia, subita da oltre la metà (54%) delle mamme intervistate. Per il 15% delle donne che hanno vissuto questa pratica, pari a circa 400.000 madri, si è trattato di una menomazione degli organi genitali.
Poca assistenza
Circa 1.350.000 donne maltrattate durante il parto dichiarano di essersi sentite seguite solo in parte dall’équipe medica, precisando che avrebbero voluto essere più partecipi su quanto stava avvenendo durante il parto. Questo dato viene confermato dal 6% di neomamme che afferma di aver vissuto l’intero parto in solitudine e senza la dovuta assistenza. Insomma, 1 donna su 3 si è sentita in qualche modo tagliata fuori dalle decisioni e scelte fondamentali che hanno riguardato il suo parto.