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Il cordone ombelicale è una risorsa preziosa, in grado di salvare molte vite. Eppure le mamme italiane che decidono di donare il cordone del proprio bebè sono ancora troppo poche. Spesso viene conservato in banche private estere, ma non sempre così è sicuro.
La Cryo Save, società con sede legale in Svizzera e anche un ufficio a Roma, sembra essere fallita e i campioni lì depositati trasferiti – forse non tutti – presso una società polacca, senza la possibilità di avere spiegazioni. Una situazione che non può succedere a chi dona a banche pubbliche, anche se in Italia oltre il 95% dei cordoni ombelicali viene gettato, sprecando risorse preziosissime per la ricerca e la cura di gravi malattie.
Una risorsa preziosa
Nel cordone ombelicale sono presenti cellule staminali in grado di trasformarsi nelle cellule del sangue e in cellule immunitarie. Per questo, si tratta di armi importantissime in presenza di malattie caratterizzate da una compromissione di queste cellule, come leucemie, linfomi, immunodeficienze congenite.
Non si sa per quale ragione, ma è certo che le cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale, rispetto a quelle ottenute da midollo o da sangue periferico, hanno una maggiore capacità di attecchire e di essere accettate dell’organismo del ricevente, tanto che si possono utilizzare anche cordoni non completamente identici al profilo genetico del ricevente.
Più di mille trapianti a bambini e adulti
Al 30 giugno 2013, grazie alle donazioni delle donne italiane, in tutto il mondo sono stati effettuati 1.234 trapianti di cellule del cordone ombelicale. Il 32% dei riceventi era rappresentato dai bambini, mentre il 68% da adulti.
Si deve fare di più
Il numero delle donatrici sta aumentando, ma non a sufficienza. Sempre a metà dello scorso anno, infatti, le unità presenti nella Rete delle 19 Banche Italiane erano 34.879. Invece, un buon inventario dovrebbe essere di almeno 70.000 unità.
Oltretutto bisogna considerare che sono effettivamente utilizzabili non tutte le unità raccolte, ma solo quelle che rispondono a una serie di caratteristiche qualitative e quantitative. Per esempio da gennaio a giugno 2013, su 6.154 unità raccolte, ne sono state impiegate solo 582.
Serve maggiore informazione
Per questo gli esperti stanno cercando di sensibilizzare le donne italiane sull’importanza della donazione del cordone ombelicale. Solo aumentando l’informazione e coinvolgendo anche le mamme straniere si può sperare di colmare il gap fra richiesta e offerta.
Fonti / Bibliografia
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