Argomenti trattati
Le Linee guida per la donazione e la raccolta del sangue cordonale hanno l’obiettivo di regolamentare una complessa realtà e chiarire il più possibile l’utilità dell’impiego delle staminali. Ecco le principali novità sulla donazione del cordone ombelicale raccolte in sei punti.
I requisiti delle Banche
La Banca deve disporre di risorse strutturali, organizzative e tecnologiche, adeguate a svolgere le attività relative alla raccolta del sangue del cordone ombelicale donato. L’attività di raccolta dei punti nascita collegati alla Banca deve essere garantita possibilmente senza interruzioni orarie e giornaliere e senza interferenze con l’assistenza al parto. Il numero delle Banche sul territorio deve essere determinato in base alle necessità del bacino di utenza, in conformità agli standard internazionali. Ogni banca deve attivare e mantenere una rete integrata con i punti nascita del territorio, che abbiano ogni anno un numero di almeno 500 parti.
Il consenso informato
La donazione del cordone ombelicale può essere effettuata solo dopo aver ottenuto il consenso informato della madre o di entrambi i genitori. Il consenso non può essere raccolto durante il travaglio. Entrambi i genitori possono ritirare il consenso fino al momento della raccolta e, in caso di disaccordo, prevale la decisione della madre. Deve, inoltre, essere espressa la rinuncia alla conservazione a esclusivo beneficio del neonato.
A scopo altruistico
Secondo la normativa vigente (Dm 18 novembre/2009), la raccolta di sangue da cordone ombelicale può avvenire solo in strutture pubbliche accreditate. La raccolta è sempre autorizzata in caso di donazione a fini allogenici (cioè per la cura di altre persone), previa verifica dello stato di salute e della compatibilità generale del quadro clinico dei genitori.
Quando si può raccogliere il sangue per sé
Le norme prevedono che la raccolta autologo-dedicata (ossia, quando si vuole conservare il sangue cordonale per sé) possa essere effettuata solo in determinati casi:
quando il neonato ha una malattia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con malattia in atto al momento della raccolta o pregressa, per la quale risulti scientificamente fondato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale;
nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate, per le quali risulti clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale;
per le indicazioni cliniche per le quali è consolidato l’uso per il trapianto di cellule staminali emopoietiche (che danno luogo alla formazione di cellule del sangue), secondo apposito elenco aggiornato;
nel caso di particolari malattie non ancora presenti nell’elenco, ma per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di un possibile impiego di cellule staminali del sangue da cordone ombelicale.
La selezione della donatrice
L’unità di sangue cordonale può essere raccolta solo se si hanno tutte le informazioni sulla salute attuale e passata di entrambi i genitori e delle rispettive famiglie. I protocolli di selezione della donatrice sono stabiliti dalla Banca.
Il momento della raccolta
Il cordone non dovrebbe essere reciso prima dei 60 secondi dalla nascita. Per la raccolta allogenica il tempo di gestazione non deve essere inferiore alle 37 settimane, mentre può essere di 34 settimane per la donazione dedicata. L’intero procedimento deve garantire l’identificazione e la rintracciabilità del donatore. Deve poi essere garantita l’adeguata conservazione delle unità cordonali e dei campioni biologici. Deve essere registrata e conservata un’accurata descrizione di qualunque evento avverso si sia verificato durante o immediatamente dopo la raccolta. L’unità di uso allogenico deve essere trasferita alla Banca in tempi che consentano l’inizio del congelamento entro 48 ore dalla raccolta. Per le unità di uso dedicato l’intervallo di tempo può essere esteso fino a un massimo di 72 ore.