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Via via che il giorno del lieto evento si avvicina, aumenta nella donna anche la paura per il parto. È un fatto del tutto naturale: parlare con il proprio ginecologo, con la propria madre, una sorella o un’amica già mamme può aiutare a superare più facilmente la paura del parto.
Saprò riconoscere i segnali del travaglio?
È il primo interrogativo che si pone la donna in procinto di affrontare un parto naturale. Non bisogna preoccuparsi: i segnali che precedono la nascita del piccolo sono molto chiari e si riconoscono facilmente (dalle contrazioni alla perdita delle acque) e procedono a intervalli che, in genere, soprattutto se ci si trova alla prima gravidanza, lasciano tutto il tempo necessario per arrivare in ospedale.
Riuscirò a spingere in modo efficace?
È una tipica paura del parto quella di non riuscire a spingere in maniera efficace per aiutare il piccolo a nascere. Alcune donne, invece, temono che il bambino non riesca a passare attraverso il bacino. In realtà, i medici sono in grado di stabilire, a seconda delle proporzioni tra il feto e il bacino della donna, se il piccolo può passare attraverso il canale del parto o se è necessario il cesareo. Per quanto riguarda le spinte, invece, le ostetriche danno indicazioni valide su come farle nel modo corretto.
Ce la farò a sopportare il dolore delle contrazioni?
È meglio non dare troppo ascolto ai racconti di amiche e parenti: la percezione del dolore è soggettiva e ogni donna ha una sua storia personale. Per superare la paura del parto può essere utile, piuttosto, frequentare un corso pre-parto, per tranquillizzarsi e apprendere le tecniche di respirazione da mettere in pratica al momento giusto. È indicato anche un colloquio con il ginecologo per valutare la possibilità di fare l’analgesia epidurale.
Il mio bambino sarà sano?
Non c’è mamma che fin dai primi mesi di gravidanza non si ponga questo quesito: “Il bambino nascerà sano?”. Sono timori normali e comprensibili, ma bisognerebbe cercare di non farsi prendere eccessivamente dall’ansia: le ecografie e le numerose indagini eseguite durante tutti i nove mesi servono proprio per valutare il corretto sviluppo del bambino in vista della nascita.
Sarò imbarazzata davanti ai medici?
Se per alcune future mamme la visita dal ginecologo è motivo di profondo disagio, il pudore potrebbe amplificarsi notevolmente al momento del parto: farsi vedere nude da sconosciuti, che controllano periodicamente la progressione della dilatazione del collo (la parte inferiore) dell’utero, può essere ancora più imbarazzante. A questo può aggiungersi anche il timore di espellere le feci al momento delle spinte o di non sapersi controllare per il dolore. L’unica cosa da fare è pensare che le ostetriche e i medici della sala parto sono abituati a vedere tutto questo e, quindi, in genere riescono, con la loro professionalità, a non fare sentire la donna in imbarazzo.