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In Italia si ricorre troppo spesso al parto cesareo, soprattutto se si è partorito già in precedenza con l’intervento chirurgico. E sembra che la causa sia proprio la mancanza di informazioni adeguate. I ricercatori che hanno aderito al progetto Optibirth, finanziato dall’Unione europea, che ha coinvolto 15 ospedali in 3 Paesi (Germania, Irlanda e Italia) con un basso numero di parti vaginali dopo un precedente taglio cesareo, hanno però dimostrato come, informando adeguatamente le donne, il numero di tagli cesarei diminuisca.
Troppe volte le donne non sanno
Circa 2000 donne che avevano avuto un precedente taglio cesareo hanno partecipato a un programma di informazione e sostegno alle donne a opera di ostetriche e ginecologi che hanno portato il peso delle evidenze scientifiche e della propria esperienza clinica per far sì che le future mamme scegliessero in libertà e con le corrette informazioni l’opzione più adeguata ai loro bisogni. E tante hanno scelto il parto naturale.
160mila interventi non necessari
In Europa, il fenomeno dei tagli cesarei oggi conta almeno 160mila interventi non necessari, per un costo annuo extra di 156 milioni di euro. Il nostro Paese detiene il primato europeo, a riprova del fatto che in Italia si ricorre troppo spesso al parto cesareo. Ciò indica un preoccupante processo di medicalizzazione che invade la scena del parto e condiziona la autonoma scelta delle donne. La ripetizione del taglio cesareo nelle donne già mamme è la causa più comune di taglio cesareo e contribuisce ad almeno il 10% di tutti questi tipi di intervento. Perciò, è difficile convincere queste donne ad avere un altro figlio con un parto naturale.
Quasi 15% in meno con la sola informazione
I risultati raggiunti in Italia, che all’inizio dello studio contava il 38% di tagli cesarei, sono stati i migliori. Negli ospedali coinvolti nel progetto, si è passati dall’8,3% al 21, 9% di parti naturali con un incremento del 13,6%. Persino negli ospedali di controllo, che non hanno preso parte attiva al progetto, c’è stato un incremento dei parti naturali dal 10,6% al 16,3%, come conseguenza dell’aver sentito quanto accadeva negli altri centri. Dunque, sempre più spesso una donna che per la sua prima esperienza di maternità ha scelto o ha dovuto scegliere il parto cesareo può partorire il secondo figlio in modo naturale.