Il birth trauma è un disturbo da stress che interessa molte neomamme che hanno vissuto traumi o esperienze spiacevoli durante il parto o la gravidanza. Il birth trauma accade più spesso di quanto si pensi. Molte donne, però, non ne parlano o, se lo fanno, lo fanno a bassa voce e solo con confidenti fidatissimi, in grado di mantenere il “segreto”, perché, in cuor loro, pensano che non sia corretto raccontare di aver avuto traumi o malesseri di vario genere durante il parto o la gravidanza quando poi, alla fine di tutto, escono dall’ospedale stringendo tra le braccia il proprio bambino. Insomma: sono in tante a pensare che “poteva andare peggio” e che possono considerarsi fortunate se sia loro sia il piccolo stanno bene, nonostante il parto o la gravidanza non siano andati esattamente come li avevano immaginati.
Mancano le risorse
Il problema del birth trauma nel nostro Paese è conosciuto dagli specialisti, ma per mancanza di risorse umane le donne non ricevono alcuna assistenza, a meno che non siano loro a richiederla espressamente. Come racconta Maria Grazia Pellegrini, ostetrica capo dell’ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina di Roma, a causa dell’assenza di un’assistenza domiciliare post-parto sono le donne che devono chiedere aiuto in caso di bisogno. “In Italia c’è una forte cultura della maternità e una grande attenzione ai problemi che affrontano le donne prima e dopo il parto. Ma questo si scontra, nella pratica, con la mancanza di mezzi del Servizio sanitario nazionale. Sono i consultori che dovrebbero occuparsi dell’assistenza territoriale nei mesi successivi alla gravidanza, ma per mancanza di mezzi in pratica non avviene”.