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L’anestesia spinale è una tecnica di anestesia loco-regionale che inibisce il dolore nella metà inferiore del corpo. Nell’ambito della gravidanza, può essere utilizzata per il parto cesareo programmato e in alcuni parti d’urgenza. Pur non essendo esente da rischi, se eseguita correttamente, può essere considerata una metodica efficace e sicura. Al pari delle altre tipologie di anestesia vanta pro e contro, che le donne in gravidanza dovrebbero conoscere per sapere cosa potrebbe aspettarle nel caso in cui dovessero ricorrervi per la nascita del loro bambino.
Anestesia spinale: cos’è?
Chiamata anche anestesia subaracnoidea, l’anestesia spinale appartiene al gruppo delle anestesie loco-regionali, che agiscono solo su una parte del corpo, senza addormentarlo in toto. Se nell’anestesia generale si agisce sul cervello, la “centralina” del sistema nervoso, in quelle loco-regionali si interviene a livello dei “cavi” che trasportano gli impulsi, cioè i nervi. L’anestesia spinale prevede l’iniezione attraverso un apposito ago di una piccola quantità di medicinali anestetici e analgesici a livello dello spazio compreso tra lo strato più interno e quello intermedio del tessuto che riveste il midollo spinale, la struttura del sistema nervoso centrale che mette in comunicazione il cervello con il resto dell’organismo e che si trova nella colonna vertebrale. Lo scopo di questa tecnica è bloccare gli stimoli dolorosi che dai nervi vanno al cervello. Il risultato è che si annulla la sensazione dolorosa e spesso anche la sensibilità nella parte inferiore della schiena e lungo entrambi gli arti inferiori.
In genere, l’iniezione viene praticata nella regione lombare, nello spazio tra la seconda e la terza vertebra lombare o tra la terza e la quarta. Solitamente la procedura viene eseguita con la donna in posizione seduta o in decubito laterale (sdraiata su un lato). Questa tipologia di anestesia viene utilizzata in caso di parto cesareo per evitare che la futura mamma senta dolore mentre il personale medico procede a far nascere il bambino.
Durata, rischi e in quanto tempo si smaltisce l’anestesia spinale
In genere, l’anestesia spinale ha un effetto rapido: nel giro di pochi minuti dall’iniezione, la donna non sente più nulla dal bacino in giù. L’effetto dura dalle due alle quattro-cinque ore a seconda dei casi. Per uno smaltimento e una ripresa completa, in media, sono necessarie circa 12 ore, ma occorre tenere presente che le cose variano molto da persona a persona.
Si tratta di una procedura che garantisce diversi vantaggi. Innanzitutto, rispetto all’anestesia generale, consente alla donna di rimanere sveglia e dunque di partecipare e vivere in prima persona la nascita di suo figlio, un evento indubbiamente unico e magico. Inoltre, è facile da eseguire, affidabile, agisce velocemente, richiede basse dosi di anestetici e, dunque, riduce anche l’esposizione fetale ai farmaci. Senza dimenticare che evita l’intubazione e le ventilazione meccanica. In aggiunta, consente un recupero post operatorio rapido e riduce i rischi di tromboembolia venosa.
L’anestesia spinale è una procedura generalmente efficace e sicura se effettuata in modo corretto. Il rischio principale e più comune è la comparsa di una fastidiosa cefalea dopo la puntura, che può durare qualche giorno. In genere, la causa è la fuoriuscita del liquor attraverso il foro effettuato nello strato detto “dura madre” che si esegue per introdurre l’anestetico. La donna potrebbe anche avvertire un dolore nel punto di iniezione, a volte per giorni o settimane dopo la procedura. Un’altra possibile conseguenza della puntura è l’abbassamento della pressione, che può scatenare nausea e/o vomito nei minuti o nelle ore appena successive. Infezioni localizzate, lesioni nervose temporanee o permanenti ed ematomi spinali sono eventi molto rari.
Che differenza c’è tra anestesia epidurale e spinale?
A differenza di quanto credono in molti, l’anestesia spinale non è uguale all’anestesia epidurale. Si tratta di due tipi di anestesia locale differenti. Nell’anestesia spinale, si effettua un’unica iniezione in profondità, a livello dello spazio subaracnoideo. Ecco perché bastano quantità inferiori di anestetico e l’effetto è quasi immediato. Nell’anestesia epidurale, invece, non si utilizza un ago, bensì un catetere, che viene lasciato in sede, permettendo così di dosare nel tempo i farmaci. Questi ultimi vengono iniettati in quantità maggiori e più superficialmente, nello spazio epidurale, uno spazio presente a livello del midollo spinale in cui risiedono vasi linfatici, radici dei nervi spinali, tessuto adiposo, tessuto connettivo, piccoli vasi sanguigni. Entrambe le tecniche possono essere utilizzate per il parto cesareo.
Nei cesarei programmati, la donna viene invitata a sottoporsi a una visita con l’anestesista, che le spiegherà nel dettaglio come funziona la procedura. Lo specialista effettuerà anche un’anamnesi dettagliata, ossia un colloquio approfondito con la futura mamma per sapere se è già stata sottoposta ad anestesie precedenti, se soffre di allergie, se nella storia familiare ci sono stati problemi con gli anestetici. Il medico controllerà anche la schiena, sito di esecuzione dell’anestesia spinale. In questo modo può escludere eventuali controindicazioni alla procedura. Per potersi sottoporre all’anestesia spinale, la donna deve firmare un consenso informato.
Anestesia spinale, le controindicazioni
In genere, l’anestesia spinale non può essere effettuata nei seguenti casi (ma sarà il medico a valutare con esattezza la situazione):
- infezione alla schiena, nel sito dell’iniezione;
- deformità della colonna vertebrale;
- presenza di tatuaggi sulla schiena;
- alcune malattie (come emofilia, spina bifida, ipertensione cronica, stenosi mitralica).