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Scende, seppur di poco, la percentuale di parti cesarei sul totale delle nascite che nel 2017 è arrivato al 33,75% contro il 34,86% del 2016. Se ne fanno di più nelle case di cura private e nei punti nascita con meno di 500 parti l’anno che ancora oggi sono 1 su 4. Un dato ancora ben lontano dal 15% raccomandato dall’Oms. È quanto emerge dalle analisi delle Sdo 2017 pubblicate dal ministero della Salute.
Campania, maglia nera
In testa c’è sempre la Campania con il 54,16% di interventi sul totale dei parti, anche se registra il maggiore calo nel 2017 rispetto al 2016 (-4,82%), seguita dal Molise e dalla Puglia con il 42,15 e 42,11% di cesarei. Situazione stabile anche in fondo alla classifica, con Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto agli ultimi tre posti, rispettivamente con il 22,03%, 22,43% e 22,97% sul totale dei parti.
50% nelle case di cura private
Gli interventi calano ovunque anche se di poco (la media nazionale è di -1,11%), tranne che nel Lazio, Abruzzo e a Bolzano dove aumentano, anche in questo caso di pochissimo, tra il +0,03 e il +0,21%. Nelle case di cura private i cesarei sono il 50%. Il numero maggiore di parti in assoluto (267.760) è stato eseguito negli ospedali a gestione diretta della Asl e di questi il 29,7% sono stati cesarei. Seguono le aziende ospedaliere (99.587) dove la percentuale sale al 36,1%.
La mappa dei cesarei
Tra le strutture accreditate Policlinici, Irccs hanno eseguito 37.564 parti e di questi il 35,5% cesarei, mentre il numero degli interventi schizza nelle case di cura accreditate dove sono stati eseguiti 47.721 parti, ma il 50,3% erano cesarei. Infine, il 6% di parti è stato eseguito in strutture che ne effettuano meno di 500 l’anno e che sono ancora diffuse quasi tutte tra gli ospedali a gestione diretta delle Asl e contano la percentuale più elevata rispetto alla loro attività di cesarei: dei 26.625 parti effettuati in queste “piccole” strutture il 35,8% (nella altre con oltre 500 parti l’anno è il 33,6%) dei parti sono stati cesarei.