Argomenti trattati
“Insieme si può”: è questo lo slogan della nuova campagna della società scientifica IG-IBD – il Gruppo Italiano per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (Italian Group for Inflammatory Bowel Diseases, IG-IBD) – dedicata proprio a questo gruppo di malattie note come MICI. L’obiettivo è lanciare un messaggio incoraggiante per far capire alle donne che ne soffrono che, nonostante tutto, possono condurre una vita normale e anche affrontare serenamente una gravidanza.
Che cosa sono
Il gruppo delle malattie infiammatorie croniche intestinali o MICI comprende sia la malattia di Crohn sia la colite ulcerosa. La prima è una patologia che può riguardare qualsiasi tratto dell’intestino (ma colpisce con più frequenza ileo e colon) e può manifestarsi con sintomi come diarrea e dolore addominale.
La seconda è una patologia che interessa l’intestino crasso (colon), che diventa infiammato e ulcerato (fissurato o eroso), e che può causare anch’essa sintomi come crampi addominali, urgenza di evacuazione e diarrea.
Secondo i dati aggiornati, oggi le MICI coinvolgono 250 mila persone. Non ci sono distinzioni di genere: uomini e donne ne sono colpiti in percentuali uguali.
Che cosa succede durante la gravidanza
Con i trattamenti e gli accorgimenti giusti, le persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali possono condurre una vita normale: lavorare, viaggiare e anche avere figli. Non è vero che una donna che ha le MICI non possa affrontare una gravidanza. Basta adottare le giuste precauzioni e fare attenzione per limitare i rischi.
La gestazione, infatti, non comporta un peggioramento delle condizioni della donna. Solo se la futura mamma rimane incinta durante una fase attiva di malattia, c’è la possibilità che il bambino nasca prematuro o sottopeso, tuttavia non ci sono pericoli di malformazioni.
Non bisognerebbe interrompere le cure
Per questo, sarebbe meglio cercare un bambino nelle fasi di remissione. “Ma al fine di garantire una gravidanza sicura, è sufficiente seguire le corrette indicazioni che vengono suggerite da ginecologi e gastroenterologi, figure chiave nella vita della donna affetta da IBD, purché vi sia un approccio condiviso” spiega il gastroenterologo Marco Daperno, segretario della Società Scientifica IG-IBD. “ Il nostro impegno è quello di invitare a proseguire le terapie per le malattie infiammatorie croniche intestinali: per la maggior parte di esse, la prosecuzione è più sicura della loro interruzione”.
Fonti / Bibliografia
- IG-IBD - Italian Group for the study of Inflammatory Bowel DiseaseItalian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease