Gli esami del sangue
Si effettuano (secondo quanto previsto dal decreto legge n. 245 del 1998) tra la 33a e la 37a settimana di gravidanza e sono gratuiti se eseguiti nelle strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Gli esami del sangue che si eseguono nell’ottavo mese sono:
-> emocromocitometrico: con questo esame si controllano la quantità e le percentuali dei globuli bianchi e dei globuli rossi (elementi del sangue) e la concentrazione dell’emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno ai vari tessuti). Questo test è utile per accertare che la futura mamma non soffra di anemia, un disturbo caratterizzato dalla carenza di questi elementi nel sangue.
-> virus dell’epatite B e C: con questo esame si verifica se nel sangue della futura mamma sono presenti tracce di questi due virus. In caso positivo, infatti, sarà necessario prendere le dovute precauzioni al momento del parto, per evitare di trasmettere l’infezione al bambino. In genere, in questo caso non è possibile l’allattamento al seno, perché anch’esso è a rischio di trasmissione dell’infezione.
Le analisi delle urine
Tra la 33a e la 37a settimana di gravidanza occorre ripetere, secondo quanto previsto dal decreto legge n. 245 del 1998, questo controllo per escludere nella futura mamma la presenza di gestosi (malattia che può comparire solo in gravidanza, manifestandosi con la presenza di proteine nelle urine), diabete o un’infezione batterica alle vie urinarie (il sistema di condotti che porta l’urina dal rene all’esterno). Anche in questo mese, gli esami delle urine sono gratuiti (questo significa che non si paga nemmeno il ticket) purché eseguiti in una struttura pubblica o convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. Spesso in quest’ultima fase della gravidanza i controlli delle urine sono richiesti dal medico o dal ginecologo più frequentemente, ma in questo caso si paga il ticket.
La visita dal ginecologo
Anche se non si tratta di un esame di routine (quindi si paga il ticket per ogni visita), con ogni probabilità la frequenza delle visite, con l’approssimarsi della data del parto, tenderà a intensificarsi, soprattutto se la futura mamma soffre di qualche disturbo che richiede un controllo medico ravvicinato. Per questo, a partire dall’ottavo mese, in genere il ginecologo controlla che tutto proceda bene ogni due settimane circa. In occasione della visita, lo specialista si informa con la futura mamma sull’andamento dei disturbi, valuta l’aumento di peso, misura la pressione arteriosa, verifica la dilatazione del collo (la parte inferiore) dell’utero, misura il battito cardiaco del feto e si informa sulla regolarità dei movimenti fetali. La futura mamma porta i risultati dell’ecografia eseguita nel settimo mese, in modo che il ginecologo ne possa ricavare informazioni utili in vista del parto: per esempio, dalla posizione del bambino nell’utero (a testa in giù o meno) e dalle sue dimensioni, è possibile prevedere se sarà possibile un parto naturale o, con ogni probabilità, servirà il cesareo.