SALUTE i disturbi più comuni
Pressione alta
Questo valore viene tenuto costantemente sotto controllo durante le visite eseguite in gravidanza, in quanto un suo innalzamento potrebbe essere il primo segnale di un problema più serio. L’ipertensione (cioè la pressione alta) è infatti il primo campanello d’allarme della gestosi, una malattia che può comparire solo in gravidanza e influire sullo sviluppo del feto. In alcune situazioni la comparsa della pressione alta è più probabile: sono maggiormente a rischio le donne che avevano già la tendenza alla pressione alta prima della gravidanza, le future mamme in sovrappeso o quelle sopra i 35 anni.
Che cosa fare
1 Tenere il peso sotto controllo: il sovrappeso favorisce l’innalzamento della pressione.
2 Limitare il consumo di sale: anche se non è la causa diretta della pressione alta, se consumato in modo eccessivo, può farla innalzare. Occorre prestare attenzione anche ai cibi che ne contengono in quantità, come i dadi da brodo, i salumi e gli alimenti in scatola.
3 Evitare le bevande a base di sostanze che innalzano la pressione, come il caffè e il tè, sostituendoli rispettivamente con il caffè d’orzo e il tè deteinato.
4 Assumere cibi ricchi di magnesio, come gli spinaci, le bietole, i carciofi e il polpo. Insieme al calcio (presente nel latte e nei formaggi) e al potassio (contenuto nella frutta, nella verdura, nei legumi, nella carne e nel pesce) questo minerale partecipa ai meccanismi preposti al controllo della pressione alta, contribuendo a regolarizzarla.
Questo disturbo compare, in genere, nel terzo trimestre (ma talvolta anche intorno al quinto-sesto mese) e può durare fino al parto. La pubalgia è caratterizzata da una serie di disturbi che si manifestano con dolore al pube e all’inguine, all’altezza delle ossa del bacino. Può presentarsi in forma più lieve o più evidente: inoltre, il dolore tende a intensificarsi quando la futura mamma cammina. Il problema è provocato principalmente dalle sollecitazioni della struttura osseo-muscolare su questa zona. All’origine del disturbo vi è soprattutto la pressione cui è sottoposto il cingolo pelvico, cioè l’insieme dei muscoli e dei tendini del bacino. La causa è quindi soprattutto meccanica ed è determinata da una leggera dilatazione delle ossa della sinfisi pubica (il tessuto connettivo che unisce le due estremità ossee del bacino) dovuta alla compressione dell’utero e all’azione della relaxina, un ormone prodotto in gravidanza per rilassare i tessuti del bacino in vista del parto. Infine, l’aumento del volume e del peso dell’utero provocano un cambiamento della postura della futura mamma che, per mantenersi in equilibrio, inarca la schiena e spinge in avanti il pancione. Spesso a causa di questa scorretta postura possono comparire, infatti, oltre alla pubalgia, anche i dolori di schiena, localizzati per lo più nella parte bassa della colonna vertebrale.
Che cosa fare
1 Mettersi a riposo: la pubalgia si risolve, prima di tutto, rilassando i muscoli interessati. Si può quindi trovare un immediato sollievo sdraiandosi su un divano o a letto.
2 Fare un bagno caldo: si può alleviare il dolore immergendosi in una vasca d’acqua calda, dall’azione rilassante.
3 Indossare una guaina: l’uso di questo capo di abbigliamento intimo può aiutare a sostenere la schiena, prevenendo il disturbo o alleviandolo se già presente.
4 Mantenere una postura corretta quando ci si siede: può essere utile, per esempio, procurarsi un cuscino da utilizzare sia in poltrona sia in automobile.
Si tratta di un disturbo molto frequente soprattutto verso la fine della gestazione. Nei primi mesi la stitichezza era provocata per lo più dall’azione del progesterone, un ormone (presente in grandi quantità fin dall’inizio della gravidanza) che ha un’azione rilassante su tutti i muscoli, compresi quelli dell’intestino, rilassandoli e rallentandone i movimenti. Nel terzo trimestre, poi, il disturbo può peggiorare per una causa di natura meccanica: l’utero, ormai ingrossatosi notevolmente, occupa quasi tutto lo spazio dell’addome e può arrivare a schiacciare l’intestino, determinando difficoltà nello svuotamento di quest’organo. È bene cercare di prevenire questo disturbo perché se trascurato può favorire o accentuare altri problemi tipici dell’ultima fase della gravidanza, come le emorroidi.
Che cosa fare
1 Aumentare la quantità di liquidi che si bevono ogni giorno: l’ideale è bere almeno un litro e mezzo- due di acqua naturale, che favorisce le funzioni intestinali. Tuttavia, se non si riesce a raggiungere questa quantità con la sola acqua, vanno bene anche le tisane.
2 Arricchire la dieta quotidiana di fibre, contenute nei cereali integrali, nella frutta e nella verdura.
3 Evitare la sedentarietà: il movimento, come le lunghe passeggiate e la ginnastica, aiuta ad aumentare l’attività intestinale.
4 Rivolgersi al medico, se il problema è ostinato e persistente: potrà consigliare il farmaco più adatto tra quelli permessi.
Stanchezza
Questo disturbo, tipico delle prime fasi della gravidanza, tende in genere a ripresentarsi nell’ultimo trimestre, man mano che ci si avvicina alle ultime settimane. La stanchezza è dovuta, infatti, alle condizioni tipiche di questa fase: a cominciare dal peso sempre maggiore del pancione e dai disturbi a esso connessi, tra cui soprattutto la difficoltà di trovare una posizione comoda per riposare bene durante la notte. Il disturbo può essere accentuato dalla cura di altri bambini o dall’impegno per il lavoro fuori casa (per chi ha deciso di continuare a lavorare anche fino alla fine dell’ottavo mese).
Che cosa fare
1 Assecondare le esigenze del proprio corpo, invece di ignorarne i segnali, concedendosi più riposo ogni qualvolta se ne sente la necessità.
2 Rallentare i propri ritmi di vita, senza pretendere troppo da se stesse e senza arrivare al limite delle proprie forze.
Sbalzi di umore
Alla base di questo disturbo ci sono anzitutto cause ormonali: si riducono estrogeni e progesterone e aumenta l’ossitocina, che ha il compito di preparare l’organismo della futura mamma al parto. Per contro, questo ormone agisce accentuando il senso di irritabilità e inquietudine. In secondo luogo, il superlavoro cui è sottoposto l’organismo in gravidanza tende a indebolire la futura mamma, accentuando il suo senso di fragilità. Infine possono subentrare, con l’approssimarsi della nascita del bambino, il nervosismo per l’incertezza della data effettiva del parto (il bebè potrebbe nascere in anticipo o in ritardo), la paura di non riuscire ad affrontare il dolore del travaglio o un senso di inadeguatezza per l’ormai prossimo ruolo di madre. In questo modo, la futura mamma può alternare momenti di euforia ad altri di improvvisa tristezza e irritabilità.
Che cosa fare
1 Frequentare un corso di preparazione al parto per confrontarsi con altre future mamme che vivono le medesime esperienze e avere una risposta ai tanti dubbi da parte delle ostetriche, dei ginecologi e dei pediatri.
2 Chiedere aiuto al partner: il suo appoggio e la sua comprensione sono fondamentali per superare eventuali momenti di crisi.
3 Essere consapevoli della condizione particolare che si sta vivendo e approfittarne per prendersi maggiore cura di sé.