Argomenti trattati
La visita dal ginecologo
Si tratta di un appuntamento mensile molto importante per tenere sotto controllo l’andamento della gravidanza; tuttavia, non essendo previsto di routine, si paga il ticket (se eseguito nelle strutture pubbliche). In particolare, il ginecologo controlla l’aumento di peso della futura mamma, misura la pressione arteriosa per verificare che sia nella norma, ascolta il battito cardiaco del feto (con un strumento detto stetofonendoscopio), si informa sui movimenti del piccolo nel pancione e sugli eventuali disturbi. Tutti questi controlli sono necessari per individuare precocemente eventuali problemi, come la gestosi, in modo da poter intervenire tempestivamente.
L’ecografia morfologica
L’ecografia del secondo trimestre si effettua tra la 19a e la 21a settimana di gravidanza per verificare la regolarità dello sviluppo del feto. In genere, questa ecografia viene eseguita solo per via addominale (facendo scorrere la sonda sull’addome della futura mamma). Viene definita morfologica, in quanto permette di valutare il corretto sviluppo e l’aspetto degli organi del feto (come il cuore, lo stomaco o la spina dorsale). L’esame prosegue con la biometria, cioè si controlla la crescita del feto sulla base di alcuni valori di riferimento: per esempio, si rileva la distanza tra le tempie della testa e si confronta questo dato con quello riportato su apposite tabelle, dette dei “percentili” (che indicano le curve di crescita medie per età), in modo da accertarsi che le dimensioni del bimbo siano nella norma. Si verifica la posizione della placenta (l’organo che nutre e ossigena il feto) nell’utero, che di norma si trova nella parte alta dell’utero, e si verifica la quantità del liquido amniotico, la sostanza in cui è immerso il bimbo (il liquido infatti non deve essere né poco né troppo). Infine, è possibile essere informati sul sesso del nascituro.
L’esame delle urine
Vanno ripetute, secondo quanto previsto dal decreto legge n. 245 del 1998, tra la 19a e la 23a settimana di gravidanza: come quelle dei mesi precedenti, sono completamente gratuite (non si paga cioè nemmeno il ticket) purché eseguite in una struttura pubblica o convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. Servono per escludere la presenza di gestosi, diabete o di un’infezione batterica alle vie urinarie (il sistema di condotti che porta l’urina dal rene all’esterno).
I controlli in più
La cordocentesi
Detta anche funicolocentesi, consiste in un prelievo di sangue eseguito, nei casi in cui se ne riveli la necessità, sul cordone ombelicale a partire dalla 20a settimana di gravidanza. Si effettua sotto controllo ecografico e richiede quindi due operatori: un ecografista e un medico che esegue il prelievo. Una volta visualizzato il cordone ombelicale con l’ecografia, il prelievo dura pochi minuti, non comporta la necessità di anestesia e non è dolorosa. Il cordone ombelicale è raggiunto attraverso la pancia della futura mamma con un ago sottile e, dopo l’esame, la futura mamma deve rimanere in osservazione per qualche ora. Si tratta di una tecnica invasiva, che comporta un rischio di aborto spontaneo pari a circa 1 caso su 150 ed è per questo che l’esame non si effettua di routine, ma solo in determinati casi. Può essere proposto, per esempio, quando l’ecografia morfologica ha evidenziato delle anomalie che si riscontrano con maggior facilità nei bambini affetti da sindrome di Down e, quindi, si voglia approfondire con un esame il sospetto. Si può ricorrere alla cordocentesi, però, anche per motivi diversi dalla diagnosi prenatale: per esempio, in caso di ritardo di crescita intrauterina del feto o di un’infezione contratta dalla futura mamma in gravidanza, l’esame si rivela utile per valutare lo stato di benessere o un’eventuale infezione del feto.