Secondo mese di gravidanza
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Il seno si trasforma
A partire dal secondo mese di gravidanza, le modificazioni del seno iniziano a diventare più evidenti. Sotto l’azione degli ormoni prodotti in gravidanza, il seno comincia a ingrossarsi e ad aumentare di volume, la cute e i capezzoli diventano più sensibili al tatto, a causa dello stiramento dei tessuti e della stimolazione ormonale. Con il tempo le areole, cioè le zone che circondano i capezzoli, si allargano e diventano più scure per effetto dell’accentuata pigmentazione della pelle prodotta dalla gestazione. Sull’areola possono comparire anche puntini in rilievo, detti tubercoli di Montgomery, che hanno la funzione di lubrificare la pelle in modo da prepararsi fin d’ora all’allattamento. Continua il senso di tensione al seno che in alcune donne può risultare anche molto fastidioso.Bellezza: i consigli utili
La cura e l’igiene del seno vanno seguite con particolare attenzione fin dai primi mesi di gravidanza. Ecco quindi qualche suggerimento:- idratare e nutrire con una crema antismagliature la pelle di tutto il seno, in quanto fin da questo momento è sottoposto a una forte trazione (i rischi maggiori sono i cedimenti e la comparsa di smagliature, le antiestetiche strie che segnano la pelle in profondità);
- utilizzare solo prodotti cosmetici specifici per questa parte, in quanto la zona del décolleté è molto delicata e, soprattutto in gravidanza, più soggetta a fenomeni di sensibilizzazione;
- indossare sempre, fin dai primi mesi, un reggiseno adeguato, meglio se prémaman, che sostenga senza comprimere: in particolare, deve avere spalline larghe, coppe rinforzate sotto al seno e cuciture che non diano fastidio.
Attività cardiaca
È uno dei cambiamenti più notevoli fin dai primi mesi di gravidanza: il cuore aumenta il numero di battiti al minuto e inizia a pompare più sangue. Questo accade perché aumenta il letto vascolare (cioè la quantità di vasi sanguigni) per permettere un’adeguata irrorazione di sangue anche alla placenta (l’organo che nutre e ossigena il feto) e al bimbo nel pancione. Di conseguenza, anche l’attività cardiaca diventa più intensa, proprio per far giungere la quantità di sangue necessaria sia alla futura mamma sia al feto. Questi cambiamenti avvengono in equilibrio fra loro, tuttavia può succedere che si riflettano sulla pressione sanguigna, facendola abbassare leggermente.Quando comunicare che si aspetta un bambino
Diventare mamma è un’emozione così intensa che la tentazione è di alzare il telefono per comunicare la notizia ai parenti e agli amici più cari. Spesso però ci si trattiene, per il timore che ci possa essere qualche problema e che si debba smentire un annuncio comunicato troppo presto. È per questo che, in genere, si aspetta a dire che è in arrivo un bebè alla conclusione del primo trimestre, in quanto si tratta del periodo più a rischio per la gravidanza. Prima di questo termine la notizia, di norma, viene condivisa solo con i parenti più stretti, come i genitori. Non sempre è facile, però, per la donna vivere serenamente questa fase di passaggio: la futura mamma, specialmente se lavora, può sentirsi a disagio per diversi motivi, per esempio nel caso soffra di nausee ricorrenti, che determinano uno stato continuo di malessere, o se ha la sensazione che qualcuno possa accorgersi del suo stato anzitempo a causa delle forme del corpo modificate, come un seno improvvisamente più voluminoso. Per legge è obbligatorio comunicare al datore di lavoro il proprio stato di attesa una volta che è stato accertato: anche se non viene indicato un termine preciso, è buona norma dare la notizia non oltre il terzo mese di gravidanza, sia per dare il tempo di organizzare un’eventuale sostituzione sia per poter godere dei permessi retribuiti per esami o visite. Nei nove mesi, inoltre, la donna non può essere adibita al trasporto e al sollevamento di pesi né a lavori pericolosi, faticosi e insalubri: in questo caso, comunicare la notizia è indispensabile per chiedere al datore di lavoro di essere spostata di mansione.Una domanda al ginecologo
Dai risultati del toxo-test è emerso che non sono immune alla toxoplasmosi: quali precauzioni devo seguire in gravidanza? Per prevenire il rischio di contrarre questa malattia, che di norma è innocua ma in gravidanza può diventare pericolosa per il feto, occorre seguire alcune precauzioni. Responsabile dell’infezione è il Toxoplasma gondii, un parassita degli animali, che si trasmette attraverso alcuni alimenti, contaminati dal parassita, o attraverso il contatto con gli escrementi infetti del gatto. Se quindi non si è immuni alla malattia, è necessario:- evitare di mangiare la carne cruda o poco cotta;
- eliminare gli insaccati, come il salame, il prosciutto crudo o salsicce poco cotte
- lavare con cura la frutta e la verdura, specialmente quella da consumare cruda, che va disinfettata con un’apposita soluzione in vendita in farmacia;
- sbucciare gli ortaggi e la frutta ogni volta che è possibile;
- osservare una scrupolosa igiene quando in casa c’è un gatto, delegando ad altri la pulizia della sua lettiera o usando guanti monouso;
- indossare i guanti anche quando ci si dedica al giardinaggio.
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Fonti / Bibliografia
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