Le donne italiane assumono sempre meno alcol in gravidanza e questa è una notizia positiva. Significa che i bambini sono meno esposti agli effetti nocivi di questa sostanza, che può causare seri danni al sistema nervoso. Sembra che solo lo 0,1% delle gestanti nel nostro Paese beva in modo eccessivo, secondo i dati presentati nel corso del workshop Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici e raccolti dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.
Gli esperti dell’Istituto hanno misurato uno dei metaboliti più specifici dell’alcol etilico, l’etilglucuronide o EtG nei capelli delle gestanti e nel meconio prodotto dai neonati. I risultati preliminari hanno mostrato che, attualmente, una quantità trascurabile di donne italiane, circa lo 0,1%, assuma alcol in gravidanza in quantità elevate durante la gravidanza. Di conseguenza solo una piccola percentuale dei neonati è esposta agli effetti pericolosi di questa sostanza durante la gestazione, come la sindrome fetale alcolica.
Il progetto ha coinvolto venti donne che stavano per partorire e venti neonati, in ospedali del Servizio Sanitario Nazionale dislocati nel Nord, Centro e Sud Italia isole comprese. I capelli materni, di 8 cm di lunghezza massima, sono stati raccolti alla fine della gravidanza e analizzati poiché l’intera ciocca e il meconio neonatale sono stati raccolti entro le prime 24 ore dopo la nascita.
L’etilglucuronide è stato misurato in entrambi i tessuti attraverso una metodologia di gascromatografia e spettrometria di massa effettuate insieme. Concentrazioni di capelli EtG inferiori a 5 pg/mg capelli sono state attribuite a donne astinenti, quelle superiori a 5 pg/mg e inferiori a 30 pg/mg sono state attribuite a donne che consumavano un po’ di alcol e uguali o superiori a 30 pg/mg sono state attribuite a forti bevitrici di alcol in gravidanza. In totale finora sono stati analizzati 781 campioni di capelli materni e 642 di meconio.
Solo una donna su 781 (0,1%) ha presentato un consumo eccessivo di etanolo cronico con concentrazione di EtG, mentre l’8,2% dei capelli materni ha presentato concentrazioni di EtG superiori a 5 pg/mg con 1,4% maggiori di 11 pg/mg. Quattro neonati (pari allo 0,6% di tutti ) sono risultati esposti prima della nascita all’etanolo con concentrazione nel meconio di EtG superiore a 30 ng/g. I quattro nati esposti non presentavano alla nascita alcun segno di evidente disabilità o malformazione.
L’uso di alcol durante la gravidanza espone il bambino agli effetti di una sostanza nociva che possono causare diversi disturbi come la nascita prematura, sindromi da astinenza, tremori, iperreflessia e uno sviluppo fisico e mentale alterato nelle fasi successive della vita. I rischi sono correlati non solo alle dosi ma anche alla continuità di assunzione, come hanno dimostrato alcuni ricercatori americani, in un’indagine uscita sull’American Journal of Obstetrics. I dati raccolti dagli esperti dimostrano che le politiche applicate dalla salute hanno accresciuto nelle donne italiane la consapevolezza sui rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza.
Una delle conseguenze più serie dell’assunzione di alcol in gravidanza è la sindrome fetale alcolica o FAS. È un insieme di danni cognitivi, che riguardano funzioni intellettive essenziali come la capacità di calcolo, di concentrazione e di attenzione continuativa, di pianificazione. La comprensione, l’acquisizione e l’elaborazione di nuove informazioni è meno attiva rispetto alla conservazione e al richiamo di informazioni già apprese. I bambini con sindrome fetale alcolica incorrono, crescendo, in difficoltà relazionali e di inserimento sociale, fino a mostrare aggressività e comportamenti inappropriati, con difficoltà a valutare le conseguenze delle proprie azioni.