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La gravidanza è un periodo magico per una donna. Specialmente l’attesa del primo figlio scatena una serie di emozioni indescrivibili e comporta cambiamenti unici. Tuttavia, non si può negare che nasconda anche qualche aspetto negativo, specialmente in alcune future mamme, che possono sviluppare disturbi di vario tipo. Fra questi, a dispetto di quanto si pensa comunemente, non ci sarebbe un peggioramento della memoria. Lo sostiene uno studio condotto da un team di ricercatori internazionali, della University of Western Ontario di London (Canada), della McMaster University di Hamilton (Canada) e dell’Ohio State University di Columbus (Usa), pubblicato sulla rivista Hormones and Behavior.
Test per la memoria e la depressione
La ricerca ha riguardato 54 donne, che avevano lo stesso livello culturale e all’incirca la stessa età. Circa la metà di loro, più precisamente 28, era incinta. Tutte sono state sottoposte e una serie di test mnemonici e a un’analisi in grado di identificare l’eventuale presenza di depressione. Inoltre, sono state invitate a compilare dei questionari sulla propria capacità di concentrazione, la velocità di pensiero e la memoria. Lo scopo era capire se la gravidanza potesse avere influenze su queste abilità oppure no.
In gravidanza aumenta la memoria di lavoro
L’analisi dei risultati ha smentito una credenza comune, ossia che le donne in dolce attesa siano più smemorate. Infatti, gli autori hanno scoperto che entrambi i gruppi di donne avevano ottenuto punteggi simili nei test. Addirittura le future mamme, rispetto alle altre donne, avevano raggiunto risultati più elevati nei test mirati a valutare la memoria di lavoro, ossia quella che permette di essere multitasking, tenendo a mente ed elaborando informazioni mentre si svolgono compiti diversi.
Merito degli ormoni?
Gli studiosi hanno concluso che la cosiddetta “baby brain syndrome”, cioè il rallentamento della memoria e della capacità di pensiero a causa della gravidanza, non esiste. Forse potrebbe interessare una piccola percentuale di donne dopo il parto, quando subentra la depressione post partum. Non solo. Hanno ipotizzato che gli ormoni della gestazione potrebbero modificare la chimica del cervello per migliorare la memoria delle gestanti, preparandole alle difficoltà e alle fatiche della maternità e della gestione di un figlio.
Niente più scuse
Insomma, la donna incinta non avrebbe più scuse. Secondo questa ricerca, infatti, non può imputare al suo dolce stato dimenticanze e difficoltà di concentrazione. Certo è che i pensieri che inevitabilmente si associano a una gravidanza, dalle ansie per lo sviluppo del bebè alla paura del parto, fino al corredino da preparare, non aiutano: nel corso dei nove mesi, spesso l’attenzione passa dalle incombenze lavorative e famigliari al piccolo e al pancione.