Argomenti trattati
Le donne in gravidanza dovrebbero controllare la pelle e la comparsa di nuovi nei con maggiore attenzione rispetto al resto della popolazione: diversi studi hanno, infatti, rilevato come il melanoma in gravidanza – o nel lasso di tempo appena successivo – sia più aggressivo.
Aumentati tutti i rischi
Una recente metanalisi di 15 studi che porta la firma del professor Giuseppe Argenziano, responsabile della Skin Cancer Unit dell’Irccs Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, ha messo inoltre in evidenza che il melanoma in gravidanza ha una mortalità superiore del 17% rispetto ad altri periodi. Particolarmente interessante secondo gli studiosi è anche una ricerca condotta dalla Cleveland Clinic di Cleveland (Ohio, Stati Uniti) su 500 donne e pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology, da cui è emerso che il melanoma in gravidanza è più problematico perché comporta un aumento di 5 volte di decesso, di 7 volte di metastasi e di 9 volte di recidiva.
Intervento dopo il primo trimestre
In caso di diagnosi di melanoma come si deve comportare una donna incinta? A spiegarlo è Paolo Ascierto, responsabile dell’unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli: “Se la diagnosi viene effettuata nel primo trimestre l’intervento viene rimandato. Dal quarto mese in avanti si può asportare chirurgicamente il tumore. Mentre per la terapia farmacologica, se in presenza di metastasi, occorre attendere il parto. Ecco perché spesso in queste donne viene indotto a partire dal settimo mese, cercando di salvaguardare anche la salute del neonato“. Il melanoma, precisa il medico, non insorge a causa della gravidanza, ma questo particolare stato ne velocizza lo sviluppo.