Argomenti trattati
Si definisce linea nigra, dal latino linea nera, la linea scura verticale sulla pelle che collega l’ombelico al pube, larga circa un centimetro, che compare in genere durante il secondo trimestre di gravidanza. Di solito si estende dall’ombelico all’osso pubico, ma può anche iniziare dall’ombelico e salire verso l’alto, quasi fino alla gabbia toracica. Questa posizione coincide con quella della linea alba, una linea di fibre bianche composta principalmente da collagene che divide i muscoli addominali retti in due sezioni.
La linea nigra si presenta in circa l’80% delle donne in attesa ed è dovuta ai cambiamenti ormonali dell’attesa che determinano un aumento nella produzione di melanina, il pigmento che scurisce la pelle ed è responsabile dell’abbronzatura. L’iperpigmentazione di questa piccola striscia di pelle non ha particolare funzione e la sua comparsa non deve preoccupare dal momento che il colorito ritorna chiaro qualche mese dopo il parto.
Perché compare la linea nigra
La linea nigra che compare in gravidanza non è altro che lo scurirsi di un’altra linea, la linea alba, di cui tutti gli esseri umani sono dotati. Per comprendere questo passaggio occorre partire da lontano, praticamente dal concepimento. All’inizio della gravidanza, nell’embrione si formano tre foglietti di cellule, ciascuno dotato di un compito specifico: quello più interno è destinato a creare gli organi interni come l’intestino e il fegato; quello intermedio porta a formare le ossa e i muscoli; mentre quello più esterno determina la formazione dell’epidermide, dei tessuti nervosi, compreso il cervello, e degli organi di senso.
Questi tre foglietti all’inizio sono adagiati uno sull’altro. poi durante lo sviluppo si ‘infossano’ a formare un tubo. Questo tubo, chiudendosi, forma una sorta di cicatrice che è dovuta proprio alla fusione dei tre foglietti: nasce così la linea alba, una membrana fibrosa composta da collagene che si trova tra i muscoli addominali, chiamata così perché di aspetto biancastro. Durante la gravidanza gli ormoni faranno scurire la linea alba che diventerà quindi una linea nigra. Non a caso la linea nigra si estende in genere dall’ombelico all’osso pubico in corrispondenza della linea alba. In alcuni casi invece può anche salire verso l’alto fino al torace.
A cosa serve la linea nigra
La linea nigra è dovuta a un aumento della produzione di melanina, il pigmento che colora la pelle e che durante i nove mesi viene stimolato dagli ormoni gravidici, in particolare dagli estrogeni. Durante la gravidanza, infatti, il profilo ormonale della donna cambia in maniera importante: gli ormoni sono indispensabili per regolare la crescita dell’embrione e poi del feto, nonché a promuovere lo sviluppo della placenta, che servirà a dare supporto e nutrimento al bimbo che si sta formando. E’ proprio la placenta a produrre l’ormone melanocito-stimolante, quello cioè che tende a far aumentare la produzione di melanina e quindi a rendere più scure determinate aree del corpo della donna.
Durante l’attesa, infatti, non solo si scurisce la linea alba che diventa linea nigra ma anche i capezzoli spesso assumono una colorazione più intensa. L’aumentata produzione di melanina è poi responsabile della comparsa del melasma o maschera gravidica, le macchie sul volto tipiche della gravidanza. In sostanza la linea nigra pare non avere una funzione precisa, anche se alcuni studiosi ipotizzano che possa servire come guida visiva per aiutare il neonato a raggiungere il capezzolo materno dopo la nascita.
Questa teoria si basa sul concetto che i piccoli appena nati possano vedere i contrasti tra i colori più facilmente e la linea nigra potrebbe fornire un percorso visivo per il neonato verso il seno della mamma. Attorno a questa linea scura si sono sviluppate comunque molte credenze. La più diffusa la interpreta come un indicatore del sesso del bambino. Si dice infatti che, se il segno scuro va verso la parte superiore dell’addome, il bambino sarà probabilmente femmina, mentre se la linea corre verso il basso, dall’ombelico al pube, sarà probabilmente un maschio. Ma si tratta solo di credenze senza fondamento scientifico: non esistono studi che provino una reale funzione della linea nigra.
Quando compare la linea nigra?
La linea nigra interessa circa l’80% delle donne in gravidanza ma risulta sicuramente più evidente nei soggetti con pelle scura. Compare in genere nel secondo trimestre di gravidanza, a volte quasi d’improvviso. Questo può suscitare preoccupazione, ma va sempre tenuto presente che la linea nigra non è un segno clinico e quindi non rappresenta un fattore di rischio per la salute né della mamma né del feto.
E’ solo un inestetismo che, al pari delle macchie scure sul viso, può solo generare una preoccupazione di tipo estetico. Ovviamente come nel caso delle iperpigmentazioni sul viso, è basilare, qualora si presentasse l’occasione di esporsi al sole, usare una crema con un fattore protettivo molto alto, dal 50 al 50+. Vale poi sempre la regola di evitare le ore centrali della giornata quando i raggi sono più intensi e di limitare comunque il più possibile il tempo di esposizione.
Quando scompare la linea nigra?
La linea nigra, così come la colorazione scura dei capezzoli, tende in genere a scomparire nell’arco di due, tre mesi dopo il parto. Questo riconferma il fatto che non si tratta di segni patologici, ma di inestetismi che si risolvono spontaneamente e che non necessitano quindi di nessun intervento. E’ sconsigliato infatti l’uso di creme a base di sostanze schiarenti: nei nove mesi dell’attesa e in allattamento l’impiego dei cosmetici necessita di particolare attenzione vista la delicatezza della cute in questi due momenti.
È utile invece mantenere sempre ben idratata e nutrita la pelle dell’addome in gravidanza usando creme e oli a base di sostanze naturali come l’olio di mandorle così da evitare la comparsa delle smagliature. Molto raramente, la linea nigra può rimanere evidente dopo la nascita del bambino. In questo caso, è bene rivolgersi al dermatologo o al medico estetico che, una volta concluso l’allattamento, potrà suggerire un trattamento adatto a rendere meno visibile l’iperpigmentazione della cute.