Infezioni in gravidanza: bebè a rischio epilessia

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 12/01/2018 Aggiornato il 31/07/2018

Ecco come alcune infezioni in gravidanza possono alterare lo sviluppo del cervello del nascituro, aumentando il rischio di malattie neurologiche

Infezioni in gravidanza: bebè a rischio epilessia

Le infezioni in gravidanza possono danneggiare il cervello del bebè. Il legame è noto da tempo, ma i meccanismi molecolari alla base di questo processo non sono ancora chiari. Ora uno studio, condotto dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’ospedale Humanitas di Milano, ha gettato nuova luce su alcuni meccanismi responsabili di difetti dello sviluppo del cervello del nascituro, in conseguenza all’attivazione del sistema immunitario materno.

Cresce il rischio epilessia

Nello studio, effettuato su modelli sperimentali utilizzando un agente che mima un’infezione virale, gli specialisti hanno dimostrato che una singola attivazione del sistema immunitario materno, nelle prime fasi della gravidanza, rende il nascituro più suscettibile all’insorgenza di crisi epilettiche.

Responsabili due proteine

Le infezioni in gravidanza possono danneggiare il cervello del bebè per effetto dello sbilanciamento di due proteine: Nkcc1 e Kcc2. Uno squilibrio nell’espressione di queste sostanze impedisce al neurotrasmettitore Gaba di acquisire la sua azione inibitoria. L’eccessiva eccitazione neuronale, causata dalla mancanza del freno inibitorio del Gaba, genera anomalie nel sistema nervoso, come avviene nell’epilessia e in altre malattie del neurosviluppo. Tale squilibrio può essere provocato dall’aumento di citochine infiammatorie nel cervello fetale in seguito all’infezione materna.

Come intervenire

Una volta capito perché le infezioni in gravidanza possono danneggiare il cervello del bebè, i ricercatori hanno cercato di individuare una terapia preventiva. Il pre-trattamento della madre con magnesio solfato, che blocca l’aumento delle citochine infiammatorie nel cervello fetale in seguito all’attivazione del sistema immunitario materno, previene gli effetti deleteri dell’infezione. I dati sono molto incoraggianti, anche se ulteriori studi su donne in gravidanza sono necessari per confermare l’utilità di questa terapia.

 
 
 

Lo sapevi che?

Si stima che nei Paesi industrializzati fino a una persone su 100 abbia una diagnosi di epilessia: le fasce di età più colpite sono l’infanzia, l’adolescenza e l’età senile.

 

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