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Quelle di mamma e papà sono le più speciali. Ma queste carezze così affettuose sono disponibili in maniera diretta solamente a partire dal primo istante di vita. E il bebè non vuole aspettare. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori inglesi, della Durham University, pubblicato sulla rivista Developmental Psychobiology, infatti, fin da quando sono nell’utero i bebè sentono il bisogno di essere coccolati.
Si è scoperto con l’ecografia
La ricerca è stata condotta su 15 feti sani: 8 femminucce e 7 maschietti. Gli autori hanno eseguito nelle loro mamme un’ecografia in 4D a 24, 28, 32 e 36 settimane di gestazione. Grazie a questo esame di ultima generazione hanno ottenuto immagini tridimensionali dei bebè. Guardando le immagini, gli studiosi hanno scoperto che i feti amano le carezze e le coccole fin in dalle prime settimane di vita intrauterina. Infatti, si toccano spessissimo il volto. Quando sono piccoli accarezzano soprattutto le zone più alte e laterali del viso. Al proseguire dell’età gestazionale, invece, le loro manine “puntano” in particolare le aree più basse del volto, concentrandosi molto sulla zona attorno alla bocca. Inoltre, si è visto che quando i bebè sono piccoli, dopo essersi toccati il volto, muovono le labbra. Più crescono più tendono a fare il contrario: prima si sfiorano. In pratica, più il momento del parto si avvicina e più i bebè iniziano a fare dei gesti che anticipano le carezze. In particolare, aprono le labbra prima di toccare la zona e di inserire il ditino in bocca.
Importante indicatore di benessere
Secondo gli esperti, i bimbi che prima muovono le labbra e poi si accarezzano sono pronti per nascere. Infatti, la sequenza di questi gesti è indice di una sana crescita psicofisica fatto e di uno sviluppo quasi completo. Se, invece, la gravidanza è a termine, ma i piccoli non riescono a muovere la bocca e poi a sfiorarsi il volto potrebbero avere dei problemi. La speranza è che talo scoperte possano aiutare a comprende meglio ciò che accade ai bebè nati prematuri.