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Inizialmente solo un frullo d’ali quasi impercettibile, poi movimenti più intensi e, infine, la sensazione di un piedino o di un gomito che spinge dall’interno. Avvertire i movimenti del bambino nel pancione è fonte di grande emozione per la donna in attesa, non importa che sia alla prima gravidanza o che sia già mamma. E ogni volta si vivono sensazioni intense, una gioia profonda e si impara a conoscere il proprio bebè prima ancora che venga al mondo.
Quando si iniziano ad avvertire i movimenti
Quasi ogni donna è consapevole della presenza del figlio nel proprio ventre fin dalle prime settimane di gestazione. La percezione dei movimenti del bambino nel pancione, o movimenti attivi fetali (Maf) rafforza questa consapevolezza e permette di costruire un rapporto speciale, che proseguirà dopo la nascita. Mediamente, se la gravidanza procede bene, la donna inizia ad accorgersi che il piccolo si muove dalla 18a settimana. Nelle gravidanze successive questa sensazione si può avvertire anche prima, sia perché si ha già esperienza, sia perché i tessuti uterini sono più sensibili. Il feto inizia in realtà a muoversi già alcune settimane prima, ma è ancora troppo piccolo e circondato da molto liquido, quindi è impossibile accorgersi della sua attività. Spesso, alla prima gravidanza la donna non si rende nemmeno conto che si tratta già di movimenti del bambino nel pancione e li scambia per bollicine d’aria addominale.
Una vera ginnastica nel ventre materno
A partire dalla 18-20a settimana, ogni donna inizia a capire che quel “frullo d’ali”, quei lievi colpetti e quei fremiti sono proprio l’attività motoria del bimbo che si sta formando. Il piccolo, infatti, nell’utero si muove molto: alza le braccia, tira calcetti, fa capriole, si gira su se stesso, cerca di afferrare il cordone ombelicale. Questa attività intensa fa parte della crescita del feto, che già dalla sesta settimana muove braccia, gambe e tutto il corpo per esercitare l’apparato muscolare e neuromotorio.
Oltre ai movimenti veri e propri, la mamma può avvertire anche piccoli sussulti: è il segno che il piccolo ha il singhiozzo, un fatto frequente nel feto il cui apparato digestivo è ancora immaturo. La donna potrà riconoscere i singulti del piccolo con chiarezza, già nei primi giorni dopo la nascita.
Movimenti sempre più intensi
Con il passare delle settimane di gestazione, la donna in attesa impara a riconoscere con chiarezza i movimenti del bambino nel pancione. Avvertirli regala sicurezza, perché l’attività del bambino è segno di vitalità e benessere. Secondo gli esperti, in media un feto compie circa dieci movimenti nell’arco della giornata, ma il numero può essere variabile per vari fattori. Quindi, più che basarsi sul numero dei movimenti percepiti, è importante che la donna familiarizzi con l’attività del bimbo. Ci sono giorni in cui il piccolo si muove di più e altri in cui è più tranquillo. Ascoltando il proprio corpo, la futura mamma può arrivare a capire quando il piccolo dorme o quando gioca e, verso il settimo mese, riesce a distinguere se la protuberanza che preme dall’interno è un piede, un gomito o la testolina.
Quando sembra che il bimbo non si muova
Con il passare delle settimane, i movimenti – dopo essersi intensificati – tendono a ridursi verso la fine della gravidanza. Dall’ottavo mese in poi, infatti, il bambino è voluminoso e lo spazio nell’utero è più ridotto. Ha quindi movimenti più vigorosi, ma più rallentati. L’ecografia che si effettua verso la 32a settimana è importante, oltre che per diagnosticare eventuali malformazioni, per essere sicuri che il bambino stia bene, anche se si muove meno .
I movimenti devono comunque essere presenti sempre, fino al termine della gravidanza. Se la donna non li avverte per qualche ora, può provare a cambiare posizione, dare qualche lieve colpetto all’addome, bere qualcosa di dolce. Se i movimenti continuano a non essere avvertiti, è bene contattare il proprio ginecologo per una ecografia di controllo e un tracciato, per verificare le condizioni di salute del bebè. Il piccolo potrebbe essere in sofferenza fetale, una situazione che richiede l’intervento con parto cesareo .