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I farmaci in gravidanza contengono sostanze che possono avere effetti nocivi sull’embrione prima e sul feto poi. Tali effetti cambiano in base sia al principio attivo utilizzato (alcuni sono assolutamente vietati) sia all’epoca gestazionale in cui vengono assunti. Alcuni farmaci in gravidanza possono avere un’influenza diretta sull’embrione o sul feto (azione teratogenica) e causare perciò malformazioni, altri esercitano un’azione vasocostrittrice sulla placenta, determinando così scarsa ossigenazione e nutrimento al piccolo, altri ancora possono interferire con l’organismo della donna e determinare comunque danni al feto.
Per febbre e mal di testa
Il paracetamolo è l’unico tra i farmaci in gravidanza che la futura mamma può assumere autonomamente, una volta che le vengano spiegati dosaggi e modalità di assunzione dal medico. È un antinfiammatorio non steroideo (cosiddetti fans), ma, rispetto ad altri farmaci della sua categoria, è poco aggressivo e senza controindicazioni durante la gravidanza. Viene prescritto come antipiretico (per abbassare velocemente la febbre) e come antalgico (cioè come antidolorifico).
Per nausea e vomito
Se la nausea è persistente e si accompagna a vomito, il ginecologo può prescrivere un antiemetico a base di vitamina B6, spesso associato a zenzero (una radice).
Per le infezioni alle vie urinarie
In genere, viene prescritta la fosfomicina, un disinfettante urinario innocuo nei nove mesi. Nell’ultimo trimestre vanno evitati i nitrofurani, in quanto possono provocare al feto anemia emolitica (cioè la distruzione dei globuli rossi), e i sulfamidici, in quanto possono provocare l’ittero neonatale.
Per tosse e raffreddore
Possono essere usati con tranquillità gli antitosse a base di destrometorfano, mentre i preparati contenenti oppiacei come la codeina possono creare danni al feto. Tra gli espettoranti, sono ben tollerati quelli a base di acetilcisteina e ambroxolo. Per quanto riguarda i decongestionanti nasali, vanno usati con moderazione e solo per brevi periodi quelli a base di efedrina, nafazolina e imidazolina.
Per ansia e depressione
In linea di massima, per le benzodiazepine basta ridurre il dosaggio, mentre gli inibitori della serotonina (Ssri) come la fluoxetina sono risultati abbastanza sicuri per il feto, i triciclici vanno usati con maggiore prudenza, mentre gli inibitori delle monoaminossidasi (Imao) sono più a rischio e quindi vanno sostituiti.
Antibiotici: sì o no?
Di antibiotici ne esistono svariate categorie. In generale, si dividono in batteriostatici (capaci di fermare i batteri) o battericidi (in grado di ucciderli). Durante la gravidanza è consigliabile usare la penicillina e i suoi derivati (amoxicillina, ampicillina), in quanto colpiscono solo un enzima presente nei batteri e non nell’uomo e di conseguenza non causano problemi al feto, ma vanno presi solo dietro prescrizione medica. Anche le cefalosporine vanno prese solo se strettamente necessarie. Lo stesso vale per il gruppo dei chinolonici. Vanno, invece, evitate sempre le tetracicline, la streptomicina, la gentamicina e la kanamicina.