Argomenti trattati
Si parla di gravidanza extrauterina quando l’uovo fecondato non riesce a raggiungere la sua sede naturale, ossia l’utero, e si impianta in un’altra zona, quasi sempre in una delle due tube di Falloppio (la parte in cui avviene l’incontro fra ovulo e spermatozoo).
Si tratta di un’eventualità che si verifica in circa due gravidanze su 100, per cause ancora poco note, più comunemente nelle donne sopra i 35-40 anni. Nella maggior parte dei casi, la gestazione si interrompe spontaneamente nelle prime settimane con un aborto o viene trattata con successo senza causare conseguenze. Può anche succedere, però, che la problematica non venga riconosciuta tempestivamente, esponendo la donna ad alcuni rischi. Per questo, è importante conoscerla e sapere come individuarla.
Sintomi iniziali
- Assenza del flusso mestruale
- Dolore al basso ventre, simile a quello mestruale
- Tensione al seno
- Mal di schiena
- Nausea
- Fastidio mentre si urina
- Piccole perdite di colore scuro
La gravidanza extrauterina, come del resto quella fisiologica, non provoca sintomi uguali e standardizzati in tutte le donne. In alcuni casi passa inosservata perché pressoché “silenziosa”, in altri invece può manifestarsi in maniera simile a una gestazione normale a partire da quattro-cinque settimane dopo il concepimento.
La manifestazione più evidente è la cessazione del flusso mestruale, che però non è sempre un segnale sufficiente, specie in chi ha un ciclo irregolare. Oltretutto, possono comparire anche perdite di sangue scuro, che possono essere scambiate per mestruazioni. In una certa percentuale di casi, a insospettire sono i dolori all’addome e/o alla schiena, la tensione al seno e la nausea. Più rari ma non impossibili i fastidi mentre si urina. Talvolta, compaiono anche dolori alla spalla. I sintomi possono intensificarsi mano a mano che la gravidanza procede.
Possibili cause
A oggi, non si conoscono con esattezza le cause alla base della gravidanza extrauterina. Sembra però che alcuni fattori possano favorirla, come:
- età materna superiore a 35-40 anni
- precedenti gravidanze extrauterine
- infezioni alle tube
- malattie dell’apparato riproduttivo (come l’endometriosi) e anomalie congenite;
- precedenti interventi chirurgici addominali
- presenza di dispositivi intrauterini a scopo anticoncezionale
- uso di alcuni farmaci
- fumo
Quando si scopre
Nelle primissime fasi, spesso la gravidanza extrauterina passa inosservata perché i sintomi sono assenti o poco rilevanti. A distanza di quattro-cinque settimane dal concepimento, invece, potrebbero comparire alcuni segnali che potrebbero indurre la donna a sottoporsi a un test di gravidanza, scoprendo così di essere incinta.
A volte, però si hanno dei falsi negativi. In ogni caso, per la diagnosi di gravidanza extrauterina il test di gravidanza non basta: serve necessariamente l’ecografia. Infatti, si tratta dell’unica indagine che può visualizzare l’apparato riproduttivo e individuare dove si è annidato l’embrione. Utili anche gli esami del sangue con dosaggio della “gonadotropina corionica” o beta HCG, un ormone prodotto dalla placenta che nella gravidanza normale tende a crescere molto velocemente, mentre aumenta molto lentamente in quella extrauterina.
Non di rado, dunque, passa ancora del tempo prima di capire che si è di fonte a una gravidanza extrauterina. Va detto, tuttavia, che nella maggioranza dei casi questa condizione evolve verso l’aborto spontaneo: molte donne, dunque, scoprono della gravidanza extrauterina quando essa si è già interrotta naturalmente.
Rischi
Se la gravidanza extrauterina non termina spontaneamente o non viene riconosciuta in tempo può esporre la donna ad alcuni rischi. Infatti, l’embrione può continuare a crescere nella tuba (più raramente nell’ovaio, nella cervice o nell’addome), premendo sulle sue pareti fino a provocarne la rottura. Può subentrare così un’emorragia interna, che in genere è accompagnata da un fortissimo dolore nella parte bassa del ventre. Si tratta di un evento che richiede un intervento urgente per arginare la perdita di sangue. Nel caso in cui la donna sia soggetta a sanguinamento importante, mal di pancia intenso e improvviso, pallore, debolezza, sudorazione, svenimento deve recarsi immediatamente in pronto soccorso.
Cosa fare
Nella maggior parte dei casi, la gravidanza extrauterina si risolve da sola nelle prime settimane attraverso un aborto spontaneo. Se la problematica viene scoperta prima della risoluzione spontanea si può procedere in tre diversi modi.
- Vigile attesa: quando la situazione è sotto controllo, non sono presenti particolari rischi, i sintomi non sono intensi e la camera gestazionale è di piccole dimensioni e stabile, si può decidere di monitorare la donna con controlli costanti restando in “vigile attesa” che si verifichi il probabile aborto spontaneo.
- Cura medica: quando la gravidanza è all’inizio, non ci sono dolori o perdite di sangue, si potrebbe decidere di somministrare un farmaco, il metrotrexate, in grado di interrompere la crescita dell’embrione. Esistono però alcune controindicazioni, come problemi renali e di coagulazione del sangue.
- Intervento chirurgico. Quando le soluzioni precedenti non sono praticabili o non funzionano, si può decidere di intervenire chirurgicamente per rimuovere il feto e la camera gestazionale e, nei casi più seri, per asportare tutta la tuba.
La gravidanza extrauterina che si conclude senza danni, in genere, non comporta problemi di fertilità. Trascorso un breve lasso di tempo, variabile da caso a caso, si può provare ad avere una nuova gravidanza, tenendo in considerazione il fatto che il rischio di incorrere nella stessa problematica è abbastanza elevato.
In breve
Una gravidanza extrauterina si verifica quando l’uovo fecondato si impianta al di fuori della cavità uterina, quasi sempre in una delle due tube di Falloppio. In alcuni casi passa inosservata, mentre in altri si manifesta in maniera simile a una gestazione normale a partire da quattro-cinque settimane dopo il concepimento. Nella maggior parte delle donne si risolve da sola nelle prime settimane attraverso un aborto spontaneo oppure viene trattata farmacologicamente o chirurgicamente. Può anche succedere, però, che la problematica non venga riconosciuta tempestivamente, esponendo la donna al rischio di emorragia.