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In Italia la gravidanza a 20 anni è un evento non troppo comune. Anzi, nel nostro Paese si assiste al fenomeno contrario: l’aumento dell’età materna al primo figlio. Esistono, per fortuna, anche delle eccezioni, cioè ragazze che decidono di avere una gravidanza a 20 anni. Ecco i pro e i contro di questa scelta.
Più leggerezza
È indubbio che la gravidanza a 20 anni venga vissuta molto diversamente che a 30 o 40 anni: spesso a questa età tutti gli eventi vengono vissuti con una maggiore “leggerezza”, questo non vuol dire superficialità, ma semplicemente che non ci sono ansie o preoccupazioni eccessive riguardo al benessere del nascituro.
Meno capacità organizzative
Può accadere che le giovani madri abbiano, però, difficoltà a gestire e organizzare la propria vita con un neonato, anche se desiderato; spesso hanno idealizzato la maternità ed entrano in crisi quando effettivamente si trovano ad avere a che fare con un bambino reale che piange e manifesta i propri bisogni.
Coppia più a rischio
Anche la relazione con il partner può non avere ancora raggiunto una certa stabilità per cui la gravidanza, che in sé mette a dura prova anche le relazioni più consolidate, può causare problemi difficili da gestire nella giovane coppia.
Rare le malformazioni fetali
Spesso non si conoscono le cause delle malformazioni fetali e delle anomalie cromosomiche, ma di certo l’età materna influisce. Per la sindrome di Down, per esempio, si sa che è tanto più frequente quanto più è avanzata l’età della madre: se a 20 anni la possibilità è di 1 su 1600, a 35 anni già si arriva a 1 su 600 e dopo i 40 anni a 1-2 ogni 100.
Pochi problemi nei nove mesi
Anche se i disturbi fisici della donna in gravidanza sono simili in tutte le età, è sicuro che, inevitabilmente, l’invecchiamento gioca sempre negativamente sulla capacità di reagire in modo positivo agli stimoli e che alcune malattie come diabete, ipertensione, obesità e ovaio policistico, peggiorano dopo i trent’anni. Nello specifico della gravidanza è utile ricordare che a parità di numero di aborti spontanei nei tre periodi critici della gravidanza (5a-6a settimana, 8a/9a-13a settimana, 16a-21a settimana) le concause anatomiche, genetiche, metaboliche e autoimmuni aumentano progressivamente e linearmente con l’aumento dell’età materna.
Maggior ricorso al cesareo
Per quanto riguarda la possibilità di partorire naturalmente o con il cesareo, è utile notare che si è assistito nel nostro Paese a un aumento dei parti operativi, indipendentemente dall’età della donna. Si è notato però che vi è una richiesta sempre più pressante da parte delle giovani future mamme per poter partorire “senza dolore” e contemporaneamente una sempre più robusta tendenza verso la pratica di una “medicina difensiva” messa in atto dai ginecologi per mettersi al riparo da possibili controversie medico-legali.