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Ci si preoccupa molto del grasso “visibile” ma il pericolo può venire anche da quello “invisibile”. La salute del fegato è infatti minacciata dal grasso che si annida a livello della pancia e che si va a depositare proprio all’interno di questo organo vitale. L’accumulo di grasso nel fegato può provocare due malattie che colpiscono circa 2 miliardi di persone nel mondo: il cosiddetto fegato grasso, ovvero la steatosi epatica non alcolica (Nafld, Non-Alcoholic Fatty Liver Disease) e la steatite epatica non alcolica (Nash, Non-Alcoholic SteatoHepatitis), malattie del fegato non dovute all’abuso di alcol. La Nafld è attualmente la più comune causa di danno epatico cronico e può evolvere in Nash, condizione molto grave perché le persone che ne soffrono hanno un rischio più elevato di sviluppare altre patologie quali disturbi metabolici e malattie cardiovascolari.
I bambini obesi a rischio
La steatosi epatica è anche la più frequente malattia epatica in età pediatrica. Circa il 3-12% dei bambini di peso normale sono affetti da steatosi epatica e questa frequenza sale al 70% nei bambini sovrappeso o obesi. Infatti, i bambini affetti da obesità sono i più esposti al rischio di sviluppare Nafld e Nash pediatriche. Altri fattori, quali il diabete di tipo 2, l’insulino-resistenza, la sindrome metabolica, o il colesterolo alto possono aumentare il rischio. I dati vengono dall’International Nash Day 2020 organizzato dal Global Liver Institute.
Problemi in gravidanza
Il grasso nel fegato è un problema molto rilevante anche per quanto riguarda le donne in età riproduttiva perché aumenta il rischio di complicanze in gravidanza legate all’ipertensione, di emorragia post parto e di parto pretermine; la Nash è strettamente collegata all’obesità e al diabete ed è triplicata nel giro di un decennio. Le gravidanze con Nafld sono anch’esse quasi triplicate passando da 10,5 su 100.000 gravidanze nel 2007 a 28,9 su 100.000 gravidanze nel 2015.