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Il fumo in gravidanza aumenta il rischio di pubertà precoce nei figli. Lo hanno dimostrato ricercatori dell’Università di Aarhus e dell’ospedale universitario di Aarhus, in Danimarca, al termine di uno studio statistico condotto su 16mila donne in gravidanza e sui loro figli. Incrociando i dati raccolti con quelli del database della coorte di nascita nazionale danese è emerso che i figli delle donne che avevano fumato più di 10 sigarette al giorno durante la gravidanza sono entrati nella pubertà in media 3-6 mesi prima rispetto ai figli dei non fumatori.
Più malattie
Per le ragazze è stato riscontrato anche un anticipo nel menarca, la prima mestruazione. In altre indagini, la pubertà precoce è stato associato alla comparsa di malattie nei decenni successivi: obesità, diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tumori. Per medici e autori della ricerca smettere di fumare in gravidanza è dunque per tutelare la salute del bambino, dato che il vizio del fumo è associato anche a basso peso alla nascita, parto prematuro, rischio superiore di mortalità e altre problematiche.
Attenzione anche al fumo passivo
Attualmente sono 14 su 100 in Italia le donne che ammettono di fumare in gravidanza (23 su 100 le fumatrici in generale) e durante l’allattamento al seno la percentuale arriva a 11 su 100 (dati del sistema di sorveglianza Passi). Preoccupanti anche i dati sul fumo passivo: rispetto a 10 anni fa, rivela una ricerca di Fondazione Umberto Veronesi e Astra Ricerche, in cui il 46% delle italiane dichiarava di vivere con pochissimi fumatori accanto, oggi è più di un quinto delle italiane a convivere con chi ha il vizio delle sigarette.
Danni alla fertilità
Molti sono poi gli effetti della nicotina sulla fertilità femminile: da problemi di ovulazione e danni a ovaie e a ovociti, fino alla menopausa precoce e all’aumento di tumori e aborti spontanei. Non a caso, la percentuale di donne con un ritardo di concepimento di oltre 12 mesi risulta essere più alta del 54% per le fumatrici.