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I bimbi esposti al fumo in gravidanza ma anche dopo la nascita hanno un maggior rischio di soffrire di disturbi dell’udito a 3 anni. Il rischio è raddoppiato per chi è esposto sia in utero sia nei primi mesi di vita. Lo rivela una ricerca dell’Università di Kyoto (Giappone) condotta su 50.734 bimbi.
L’esposizione al fumo passivo
Dallo studio è emerso che i bimbi le cui mamme fumavano mentre erano incinte hanno un rischio di problemi di udito a 3 anni maggiore del 68% dei bimbi non esposti mai a fumo passivo; i bimbi esposti al fumo materno in età neonatale (a 4 mesi) hanno un rischio del 30% in più di problemi di udito e quelli esposti sia al fumo in gravidanza sia in età neonatale hanno un rischio molto più elevato (più del doppio) pari a 2,4 volte in più di manifestare problemi dell’udito a 3 anni.
Più aborti, parto prematuro e basso peso alla nascita
Il rischio di problemi di udito è, infine, del 26% in più per i bimbi le cui mamme sono ex-fumatrici e hanno smesso con l’inizio della gravidanza. Numerosi studi dimostrano come il fumo in gravidanza sia associato anche a un aumento delle percentuali di aborti spontanei, nascite premature, rischio di gravidanza multipla, basso peso alla nascita con morbilità e mortalità correlate.
Danni anche alla fertilità
Molti gli effetti anche sulla fertilità femminile: da problemi di ovulazione e danni a ovaie e a ovociti, fino a menopausa precoce e aumento del rischio di cancro. La percentuale di donne con un ritardo di concepimento di oltre 12 mesi è più alta del 54% tra le fumatrici rispetto alle non fumatrici.