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Fumare in gravidanza fa male al feto. L’ennesima conferma arriva da una ricerca condotta dal Centro Helmholtz in Germania, basata sullo studio Lina (fattori di stile di vita e ambientali e la loro influenza sui neonati a rischio allergia) e pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. I ricercatori hanno così scoperto i meccanismi molecolari che stanno alla base di un ridotto funzionamento del sistema immunitario del bambino sottoposto al fumo passivo quando è ancora nel pancione.
Fumo & allergia
Per giungere a questa conclusione la dottoressa Gunda Herberth e la dottoressa Irina Lehmann del centro di ricerca tedesco Ufz (www.ufz.de) hanno analizzato la relazione tra le madri che non avevano smesso di fumare in gravidanza e l’associazione del fumo con il rischio di allergie nei loro figli.
315 mamme e 441 bambini sotto osservazione
Allo studio hanno partecipato 315 mamme, di cui solo il 6,6% avevano continuato a fumare in gravidanza, e 441 bambini. L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata su alcune piccole molecole di Rna, denominate microRNA-223 e microRNA-155, sulle cellule T regolatrici del sangue delle donne incinte e sul cordone ombelicale alla nascita dei figli. Nello stesso tempo sono stati raccolti anche numerosi dati con l’ausilio di questionari e di test sulle urine delle future mamme, al fine di comprendere qual era il livello di esposizione al fumo di tabacco e a relativi composti organici volatili. Dai risultati è emerso che in seguito a un’elevata esposizione di composti organici volatili (Voc) associati al fumo di tabacco, venivano registrati altissimi valori del mir-223. Tali valori erano elevati anche nel sangue del cordone ombelicale del neonato – e di conseguenza anche il mir-223 appariva alterato – con livelli delle cellule T molto bassi.
L’allarme delle cellule “sentinella”
La riduzione di cellule T aumenta la probabilità di sviluppare allergie prima dei tre anni di età. Probabilità molto più elevata rispetto ai bambini con valori di mir-223 e cellule T nella norma. “Adesso sappiamo di più sui processi molecolari che si attivano durante un’esposizione al fumo durante la gravidanza”, affermano i ricercatori.