Farmaci antivirali in gravidanza: si possono prendere?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 14/08/2019 Aggiornato il 14/08/2019

Herpes, varicella, ma anche influenza o raffreddore: le infezioni virali sono tante e le conseguenze possono essere serie se il contagio si verifica nei 9 mesi. Come intervenire?

Farmaci antivirali in gravidanza: si possono prendere?

I farmaci antivirali curano molte infezioni, ma se assunti in gravidanza possono avere conseguenze sul feto. Per questo non vanno assunti con leggerezza, sebbene molte malattie virali possano trasmettersi al bambino nel pancione e causare problemi alla sua formazione.  Gli studi più recenti sono comunque rassicuranti: molti farmaci antivirali possono essere impiegati con sicurezza anche da una donna in gravidanza (sempre e solo se prescritti dal ginecologo).

Come si trasmettono le malattie al bambino

Quando una malattia passa dalla madre al bambino, si parla di trasmissione verticale. Questa può avvenire durante l’attesa, nel corso del parto o durante l’allattamento. L’infezione transplacentare avviene nel corso della gravidanza, dal concepimento al travaglio. Si verifica perché il sangue della donna, che contiene i virus della malattia, raggiunge il feto, il cui organismo è quindi soggetto a lesioni causate direttamente dai virus, che possono essere tanto più serie se il momento del contagio è precoce.

Si parla invece di infezione perinatale quando il contagio avviene al momento della nascita, durante il passaggio del bambino nel canale del parto. Può essere dovuta al fatto che il neonato inala o ingerisce eventuali agenti nocivi, oppure perché piccole quantità di sangue materno infetto entrano in contatto con il sangue del piccolo.

L’infezione postnatale si verifica durante l’allattamento oppure per il contatto diretto del neonato con la saliva o con le lesioni sulla cute (per esempio, del seno) della madre infetta. Nel caso dei virus, questi raggiungono il bambino solitamente attraverso il sangue delle lesioni cutanee. Più raramente, il contagio avviene per via ascendente, ossia per microrganismi esterni alla madre (soprattutto nel caso dell’Herpes simplex, dello Human papilloma virus, dei virus di epatite B e C).

Influenza

L’influenza è un’infezione virale frequente anche in gravidanza che nella maggior parte dei casi non richiede alcuna cura. È bene usare farmaci antipiretici per abbassare la febbre come il paracetamolo e ricorrere agli antibiotici solo se si verificano complicanze quali la bronchite o la broncopolmonite. Per le donne a rischio di complicanze (gestanti con diabete, asma o altre malattie croniche) il vaccino non è controindicato in gravidanza ed è consigliato nel secondo e terzo trimestre.

Herpes

L’Herpes simplex è un’infezione responsabile di forme di Herpes genitale o labiale. L’Herpes labiale è una lesione ricorrente che può essere trattata con l’aciclovir in pomata. Come altri farmaci antivirali, è poco assorbito attraverso la cute e le mucose, quindi non arriva al feto e può essere usato in gravidanza: aiuta a ridurre il dolore e il fastidio della lesione e a curarla più rapidamente. Lo stesso farmaco è efficace per l’Herpes genitale, che provoca nella donna dolore e bruciore a livello genitale. La cura deve essere effettuata prima della nascita del bambino, in modo che al momento del parto non vi sia traccia della malattia. In caso contrario, si deve ricorrere al taglio cesareo.

I rischi più seri dell’infezione da Herpes simplex si hanno al momento della nascita, per il passaggio del feto attraverso i genitali infetti. Il piccolo può infatti contrarre il virus con il contatto con le mucose e i liquidi materni infetti e può essere soggetto alla cosiddetta poliviscerite erpetica, una seria manifestazione dell’Herpes con ittero, epatite, emorragie intestinali, lesioni del pancreas, del rene, congiuntivite, febbre, disturbi respiratori e digestivi e manifestazioni neurologiche.

varicella e Herpes zoster

Varicella ed Herpes zoster sono due manifestazioni dello stesso ceppo virale: entrambe si curano con aciclovir. È abbastanza difficile che oggi una donna corra il rischio di contrarre la varicella proprio durante la gestazione. La maggior parte delle donne adulte, infatti, ha già avuto l’infezione durante l’infanzia; tuttavia, può capitare. Il contagio, per via transplacentare, può dare luogo alla cosiddetta varicella congenita, caso che si verifica solo se la mamma ha contratto l’infezione entro la 20a settimana. In questo caso si possono avere nel bambino scarso sviluppo degli arti inferiori, cicatrici sulla pelle, disturbi della vista.

Può però verificarsi anche un tipo di contagio perinatale, che avviene subito prima del parto o durante il travaglio stesso. In questo caso il bambino presenta una seria infezione con vescicole e una compromissione generale della salute. La cura è a base di aciclovir per via orale o per iniezione. Lo stesso trattamento è indicato nel caso di Herpes zoster, eruzione cutanea caratterizzata da vescicole e da un forte dolore locale, nota come “fuoco di Sant’Antonio”.

In breve

ALCUNI VIRUS SONO PIU’ AGGRESSIVI DI ALTRI

Alcune infezioni virali possono essere trasmesse al bambino quando è ancora nel pancione: le conseguenze cambiano in base al virus e al mese di attesa in cui avviene il contagio. Per fortuna oggi, molti farmaci antivirali possono essere assunti con tranquillità. Sempre però dopo avere avuto il permesso dal proprio medico.

Fonti / Bibliografia

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