La prima visita che la futura mamma fa dal ginecologo dopo aver scoperto di essere incinta è la più lunga e approfondita. È gratuita in base al DPCM sui nuovi Livelli essenziali di assistenza del 12 gennaio 2017. In questa occasione, infatti, lo specialista (se è la prima volta che visita la donna) deve raccogliere tutta una serie di informazioni relative alla futura mamma, al partner e alle rispettive famiglie, in modo da individuare alcune condizioni che potrebbero influire sull’andamento della gestazione.
Poi il ginecologo fa una visita interna per ottenere un’ulteriore conferma dell’avvenuto concepimento (in alcuni casi può consigliare anche un esame di laboratorio), controlla il peso della donna (che va tenuto sotto osservazione nei nove mesi) e la pressione sanguigna (per verificare che il valore sia nella norma). Infine, misura il battito cardiaco del feto appoggiando sull’addome della futura mamma uno strumento (lo stetofonendoscopio) e indica quali esami eseguire.
Se la gravidanza procede senza complicazioni, gli appuntamenti dal ginecologo proseguiranno in genere con cadenza mensile fino alla 32a-34a settimana, quindicinale dalla 34a alla 38a settimana e settimanale fino al termine dell’attesa.
Da ricordare
Ecco di seguito un piccolo promemoria da tenere presente prima di andare dal ginecologo, in modo da avere a disposizione tutti i dati che interessano al ginecologo. Di solito, le domande del ginecologo riguardano questi aspetti:
- dati personali, tra cui l’anno di nascita e il tipo di lavoro svolto dalla futura mamma e dal partner;
- paese di nascita, in quanto alcune forme di anemia sono ereditarie e riguardano quindi alcuni determinati gruppi di popolazione (per esempio, l’anemia mediterranea è ampiamente diffusa in Sardegna);
- stato di salute: il ginecologo si informerà su malattie serie in atto o passate, interventi chirurgici effettuati, cure farmacologiche svolte o eventualmente in corso, allergie a determinati alimenti o sostanze;
- storia clinica, come presenza di gravidanze gemellari o malattie ereditarie nella famiglia della donna o del partner;
- tipo di contraccettivo utilizzato prima di restare incinta e durata dello stesso (per esempio, per quanto tempo si è presa la pillola e da quanto se ne è sospeso l’uso);
- mestruazioni: il ginecologo si informerà sull’età della comparsa del primo ciclo, presenza di cicli regolari, durata media dei cicli e data di inizio dell’ultima mestruazione;
- precedenti gravidanze, compresi eventuali aborti, spontanei o volontari.