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No alle foto ricordo del bebè in gravidanza: la Food and drug administration, l’ente americano che regola farmaci e cibi, lancia un allarme relativo all’utilizzo degli apparecchi a ultrasuoni per fotografare il bambino nel pancione e avere così un souvenir realistico della gravidanza.
Attenzione agli ultrasuoni
Gli ultrasuoni sono strumenti molto potenti: se maneggiati da non professionisti, potrebbero provocare dei danni al feto. Possono, infatti, scaldare i tessuti e in alcuni casi produrre bolle molto piccole che danneggiano organi e apparati (un fenomeno chiamato “cavitazione”). Per questo gli esperti dicono no alle foto ricordo del bebè in gravidanza. Anche i video-ricordo sono controversi. Gli effetti nel lungo periodo di questi meccanismi sulla salute del bambino non sono noti, tuttavia la Fda raccomanda di riservare le ecografie a ultrasuoni ai casi di effettiva necessità medica e solo sulla base di una prescrizione.
Solo personale specializzato
Gli apparecchi usati in gravidanza sono progettati per essere usati da operatori sanitari che hanno ricevuto una specifica formazione e preparazione. Non possono essere venduti in farmacia come dispositivi a uso domestico. Tuttavia, negli Stati Uniti, ci sono diverse aziende che vendono apparecchi di questo tipo, dove non si possono monitorare numero e durata delle sessioni.
Gli altri strumenti di moda
Oltre a dire no alle foto ricordo del bebè in gravidanza, l’ente di controllo Usa mette in guardia anche dai monitor doppler ultrasuoni venduti come dispositivi da banco per controllare da casa il battito cardiaco e i movimenti fetali. Si tratta di strumenti di sempre maggiore impiego da parte delle coppie in attesa e che, a detta degli esperti, favorirebbero l’attaccamento emotivo dei genitori al bebè in arrivo. Si utilizzano a partire dalle 16-18 settimane di gestazione, appoggiandoli al pancione sui cui è stato applicato in precedenza un apposito gel contenuto nella confezione. Collegando le cuffie al dispositivo è possibile ascoltare il battito fetale e tenerlo monitorato. I costi variano dai 40,00 ai 100,00 euro. Tuttavia, secondo gli specialisti, dovrebbero essere usati solo sotto la supervisione di un operatore sanitario, perché non se ne conoscono le effettive conseguenze sul feto.