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La prima ecografia in gravidanza è un appuntamento che la mamma e il partner attendono sempre con ansia. È il primo “contatto” con il bimbo che nascerà, suscita forti emozioni ma non va mai dimenticato che è soprattutto un mezzo di indagine clinica basilare per raccogliere informazioni sull’adattamento del feto all’ambiente uterino e il decorso sereno della gravidanza.
E’ bene evitare di fare la prima ecografia troppo presto sulla scia dell’emotività e dell’ansia: le indicazioni degli specialisti suggeriscono di programmarla tra la 11esima e la 13esima settimane + 6 giorni, in modo che sia possibile ricavare una serie di dati importanti, non rilevabili in precedenza. Non serve nessuna preparazione e non ci si deve preoccupare dal momento che l’esame, eseguito attraverso ultrasuoni, non è pericoloso né per la mamma né per il feto.
Quando si fa
È comprensibile che la notizia della gravidanza porti con sé il desiderio di controllare se tutto va per il meglio e di “vedere”, sia pur su uno schermo, la prima immagine del bimbo che nascerà. Desiderio e ansia possono spingere così a voler programmare la prima ecografia molto presto. Sarebbe invece opportuno seguire le indicazioni della Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica (SIEOG) che suggeriscono di fare la prima ecografia tra la settimana 11 e la 13 + 6 giorni (13 settimane + 6 giorni è considerato il momento in cui termina il primo trimestre di gravidanza).
E’ necessario infatti che passi questo lasso di tempo perché l’embrione si annidi nella parete uterina e cominci a svilupparsi: è solo in questa fase della gestazione, quindi, che l’ecografia può rilevare le informazioni necessarie per capire se tutto sta procedendo per il meglio e, qualora fosse necessario, farsi immediatamente carico di eventuali anomalie. Questo ovviamente se non ci sono indicazioni cliniche che, su consiglio del ginecologo, suggeriscano di anticipare la prima ecografia.
Nel caso di una gravidanza che procede fisiologicamente, alla prima ecografia seguono due altre ecografie di routine:
- la seconda, detta morfologica, tra la 19esima e la 21esima settimana di gestazione, consente di verificare l’andamento della gravidanza, monitorare con precisione lo sviluppo del feto così da escludere eventuali malformazioni;
- la terza, detta di accrescimento, si programma tra la 28esima e la 32esima settimana di gestazione per verificare la corretta crescita del feto.
La prima ecografia è un esame di screening e come tale viene eseguito gratuitamente con la prescrizione del medico di famiglia.
Come si esegue: interna o esterna?
L’ecografia utilizza gli ultrasuoni, un mezzo non invasivo, per visualizzare su uno schermo tessuti e organi del feto, che altrimenti non sarebbero visibili, e accertare così l’andamento della gestazione.
Oltre ad essere sicura, l’ecografia, sia che venga eseguita per via transaddominale che transvaginale, non è pericolosa e non necessita di particolare preparazione: prima di eseguirla si può mangiare e bere quello che si desidera e non serve avere la vescica piena. Uniche avvertenze sono quelle di evitare di applicare sull’addome oli o creme grasse e di indossare abiti comodi così che sia più semplice spogliarsi e sdraiarsi sul lettino.
La prima ecografia può essere eseguita in due modi diversi:
- per via transaddominale: la sonda ad emissione di ultrasuoni viene passata direttamente sull’addome dopo che il ginecologo ha applicato un gel che favorisce la trasmissione delle onde. In genere si procede per questa via quando l’ecografia viene fatta dopo la decima settimana.
- per via transvaginale: in questo caso la sonda ad emissione di ultrasuoni, di forma cilindrica, viene inserita in vagina senza che questo provochi dolore o danni al feto. E’ la soluzione che in genere si predilige quando per varie ragioni si procede all’ecografia prima della 10 settimana di gestazione.
Cosa si vede
La prima ecografia è uno strumento di diagnosi basilare per raccogliere importanti informazioni riguardo la gravidanza e il suo corretto procedere. Se viene effettuata come consigliato tra la 11 e la 13esima settimana di gestazione consente infatti di:
- verificare la presenza della camera gestionale dove l’embrione deve essere correttamente annidato per potersi sviluppare nel corso dei nove mesi. Questo è un dato basilare in quanto permette di escludere una gravidanza extrauterina oppure una gravidanza ectopica intrauterina, quella che si ha quando l’annidamento avviene dentro l’utero ma in sede impropria come nel caso dell’impianto nel canale cervicale (gravidanza cervicale) o a livello dell’ostio tubarico (gravidanza cornuale)
- visualizzare il numero di feti presenti in utero e verificare quindi se la gravidanza sia plurima. Nel caso di una gravidanza gemellare con l’ecografia viene rilevato anche il numero di placente e di sacchi amniotici: possono essere due (placentazione bicoriale) oppure può essere presente una sola placenta e due sacchi amniotici (placentazione monocoriale).
- datare la gravidanza mediante la misurazione dell’embrione. Non a caso la prima ecografia viene definita anche “di datazione” anche perché consente di stabilire la data presunta del parto
- accertare l’attività cardiaca del feto o dei feti: è il momento più emozionante che permette ai futuri genitori di “sentire” per la prima volta il battito del piccolo
- misurare la translucenza nucale qualora la donna desideri eseguire un test combinato o un altro test di screening per la Sindrome di Down. L’ingrossamento della traslucenza nucale può essere infatti un segno di anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down.
Qualora per qualsiasi motivo la prima ecografia venga eseguita prima della 11 settimana di gestazione non consente ovviamente di avere informazioni precise e questo porta necessariamente a dover programmare altre ecografie in tempi successivi.