Questi esami, che vanno ripetuti altre volte durante l’attesa a titolo gratuito, hanno lo scopo di verificare diversi valori:
- l’assenza di albumina: si tratta di una proteina che, se presente nelle urine, può essere il segnale della gestosi, una malattia seria che può comparire solo in gravidanza e si manifesta anche con pressione alta e gonfiori diffusi;
- l’assenza di zuccheri: la loro presenza nelle urine potrebbe segnalare una predisposizione al diabete, un disturbo del metabolismo, il meccanismo con cui si trasformano i cibi introdotti con l’alimentazione in sostanze utili per l’organismo;
- l’assenza di microbi: la presenza di germi nelle urine potrebbe essere la spia di un’infezione alle vie urinarie (il sistema di condotti che porta l’urina dai reni fino all’esterno). In questo caso, il ginecologo prescrive alla futura mamma un ulteriore controllo, l’urinocoltura, per individuare il batterio responsabile e stabilire l’antibiotico più adatto.
- URINOCOLTURA: dal 2017 si è aggiunto anche l’esame colturale dell’urina per la ricerca di batteri e lieviti patogeni, incluso la conta batterica. Si tende a scoprire un’eventuale infezione urinaria asintomatica (senza sintomi) che potrebbe creare problemi al feto in formazione. In particolare la batteriuria asintomatica (infezione) aumenta per esempio il rischio di pielonefrite, una complicanza dell’infezione alle vie urinarie.