Le analisi delle urine un tempo erano gratuite e andavano eseguite ogni mese, ma dal 2017 non è più così. Se il ginecologo le prescrive in assenza di disturbi precisi, occorre pagarle interamente.
In genere, nel secondo trimestre il ginecologo può prescriverle per verificare alcuni valori e controllare che non ci siano infezioni o altri disturbi. Ecco che cosa può chiedere il medico di controllare (sempre a pagamento):
- l’assenza di albumina: una proteina che, se presente nelle urine, può essere la spia della gestosi, malattia seria che può comparire solo in gravidanza ed è caratterizzata anche da pressione alta e gonfiori;
- l’assenza di zuccheri: occorre verificare la quantità di zuccheri presenti nelle urine per capire se la futura mamma soffre di diabete gestazionale, malattia che può comparire solo in gravidanza, dovuta a uno squilibrio nella trasformazione del glucosio;
- l’assenza di microbi: se l’analisi delle urine rileva un’infezione batterica alle vie urinarie (il sistema di condotti che porta l’urina dal rene all’esterno) il ginecologo prescrive alla futura mamma un ulteriore esame, l’urinocoltura con antibiogramma, per individuare il batterio responsabile e stabilire l’antibiotico più adatto.